‘George Foreman – Cuore da leone’, il film sul pugile che “… scioccò il mondo con un pugno…”
Il film, diretto da George Tillman Jr. e interpretato da Khris Davis, riassume in 129 minuti l’ascesa, il declino e la rinascita di uno dei pesi massimi più iconici della storia.
(di Davide Pollastri) – L’aforisma dell’attrice statunitense Mae West, secondo la quale: “Si vive una volta sola, ma se lo fai bene è abbastanza“, non riflette minimamente la storia di George Foreman, il pugile che non ha vissuto una sola vita, ma almeno tre (scandite da cinque mogli e dieci figli, molti dei quali chiamati George), tutte raccontate in un film attualmente disponibile su Netflix.
L’opera cinematografica inizia narrando la storia di “Big George” dalla giovinezza, vissuta nella povertà, passando per la medaglia d’oro olimpica e le prime cinture WBA e WBC strappate a “Smokin” Joe Frazier; prosegue poi raccontando gli anni difficili iniziati dopo la sconfitta contro Muhammad Ali (in uno storico match disputato nel 1974 in Zaire) e si conclude con il ritorno sul ring, avvenuto, nel 1987, dopo un decennio trascorso come predicatore evangelico, e la riconquista dei mondiali WBA e IBF, quando gli anni erano ormai 45 (il match, vinto contro il ventisettenne Michael Moorer, è stato ricordato persino nel film “Rocky Balboa” quando il cronista, all’inizio dell’incontro tra “Lo Stallone Italiano” e il campione Mason Dixon, commenta: “Se il vecchio George Foreman scioccò il mondo con un pugno, perché non potrebbe farlo anche il vecchio Rocky Balboa“).
Tuttavia, le vite di Foreman non finirono con la riconquista delle cinture: “Big George”, oggi, è un imprenditore di successo (vive a Houston in Texas, dove gestisce anche strutture per giovani disagiati), con attività che spaziano dall’alimentare all’abbigliamento.
Sì, Foreman, la cui fortuna, secondo il sito americano the360report.com, si aggirerebbe intorno ai 300 milioni di dollari (circa 280 milioni di euro), deve il proprio successo al talento pugilistico (76 vittorie, delle quali 68 per KO, su 81 match e sponsorship con colossi come Everlast e Nintendo), ma anche, se non soprattutto, all’abilità imprenditoriale grazie alla quale negli anni Novanta ha raggiunto una nuova, ulteriore fama come testimonial del popolare “George Foreman Grill“, una bistecchiera multiuso, ideata nel 1994 da Michael W. Boehm in collaborazione con la Salton Inc., venduta in più di 100 milioni di esemplari in tutto il mondo (Foreman, nel 1999, ha poi ceduto i diritti del nome al produttore per la considerevole somma di 138 milioni di dollari).
In conclusione, Foreman avrà anche perso contro Alì il match del 30 ottobre 1974 (nella foto in primo piano la locandina dell’epoca), ma a differenza del rivale (con il quale successivamente è nata una fortissima amicizia), ha avuto la forza di prendersi una “seconda giovinezza” sul ring (provò a tornare anche Alì, ma senza successo) e la capacità di reinventarsi abile businessman.
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