Giochi in lockdown, la riapertura slitta al 1° luglio: con un altro mese di stop “buco” per lo Stato di 600 milioni di euro
Il “buco” per l’Erario ha già superato i 3 miliardi di euro nei primi 5 mesi dell’anno e l’ennesimo mese di lockdown del settore giochi costerà allo Stato altri 600 milioni di euro, circa 20 milioni al giorno: è la stima elaborata da Agipronews delle mancate entrate del settore, ormai chiuso dallo scorso 26 ottobre a causa della pandemia di Covid e che, secondo le decisioni della cabina di regia di Palazzo Chigi, riaprirà soltanto il prossimo 1° luglio. Particolarmente grave il danno che subirà il settore delle scommese sportive: il blocco delle puntate nel mese di giugno, proprio durante la prima fase degli Europei di calcio, potrebbe mandare in fumo incassi stimati dall’industria in almeno 200 milioni di euro.
Nel 2020, la chiusura di sale giochi, scommesse e bingo per quasi sei mesi, ricorda agipronews, si era tradotta in un buco erariale da 4,3 miliardi di euro, il 42,3% in meno rispetto agli 11,3 miliardi incassati dal Mef nel 2019.
A perdere non è solo lo Stato ma anche i lavoratori e l’intera filiera: i ricavi mensili bruciati dal lockdown ammontano – secondo stime dell’industria – a 3-400 milioni di euro. Ogni settimana di chiusura rischia di aggravare l’emergenza occupazionale, che condannerà migliaia di imprese e di lavoratori, attualmente in cassa integrazione. A causa dello stop, circa un terzo dei 150mila addetti complessivi del settore – i 50mila dipendenti impiegati nelle sale giochi, scommesse e bingo – rischia di perdere il posto di lavoro.
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