Gravina (FIGC): “Tagliamo gli stipendi ai calciatori”. Fosse la volta buona!
I calciatori professionisti dovranno contribuire a supportare il “danno” che il calcio subirà dall’epidemia da Coronavirus. A sostenere questa testa, secondo noi di Sporteconomy, assolutamente corretta (oltre che “etica”) è il n.1 della Federcalcio, Gabriele Gravina (nella foto in primo piano): «Non può essere tabù tagliare i compensi dei calciatori. Prevalga lo spirito di solidarietà». L’AIC (Ass. Italiana Calciatori) per il momento non si è opposta, anzi ha deciso di avviare un dialogo con la Lega calcio Serie A.
Ieri tra l’altro la società di consulenza Deloitte ha consegnato alla Lega calcio Serie A una relazione sui costi collegati alla epidemia da Covid-19. Quando il campionato ripartirà, la massima serie avrà perso non meno di 200 milioni fra ticketing e diritti audiovisivi. Nella peggiore delle ipotesi (blocco totale), la perdita sarà vicina ai 720 milioni di euro. Probabile un allentamento dei vincoli del Fair play finanziario, ma anche una revisione dei parametri fiscali nel rapporto con agenti e calciatori e la modifica della Legge Melandri: contratti con le tv non più triennali, ma di 4 o 5 anni.
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