Gruppo Mediobanca Rugby Camp: Lorenza Pigozzi, “Vogliamo portare nella vita dei ragazzi un raggio di luce”
In occasione del lancio della terza edizione del Gruppo Mediobanca Rugby Camp (le iscrizioni sono aperte da oggi) promosso da Mediobanca, CheBanca! e Compass, abbiamo incontrato Lorenza Pigozzi, Direttore Comunicazione del Gruppo Mediobanca. La dirigente ci ha spiegato i valori che hanno spinto il gruppo ad intraprendere questo progetto e gli obiettivi che vogliono raggiungere con esso.
Ci può spiegare quali sono le novità in questa edizione?
In primo luogo per quanto riguarda la logistica, le altre edizioni si sono svolte a Milano, nella sede del Leone XIII, mentre quest’anno il camp si svolgerà a Roma presso il centro di preparazione olimpica Acqua Acetosa “Giulio Onesti”. Per noi è una bella novità anche perché i ragazzi avranno l’occasione di passare una settimana di apprendimento e divertimento in un ambiente sportivo e atletico ideale, un centro costruito ad-hoc per l’atletica. Questo per noi è molto bello e per loro sarà bellissimo. La seconda novità invece è la presenza dei ragazzi: ci saranno come le edizioni passate i vincitori dei concorsi (25 ragazzi di “Uniti alla meta” e 5 di “Vai in meta”) ma quest’anno avremo 20 ragazzi provenienti dalle Case Famiglia di Roma. Questa novità che abbiamo condiviso con Diego (Diego Dominguez n.d.r.) fin dal primo minuto, è per noi molto importante. Il Camp sarà infatti l’occasione per avvicinare ragazzi che hanno dovuto superare difficoltà famigliari, economiche ma anche personali ad uno sport come il rugby che ha tra i suoi principali valori quello dell’amicizia e del gioco di squadra. Siamo convinti che questi valori possano aiutarli nella loro vita, qualsiasi problema abbiano dovuto affrontare. I ragazzi poi possono diventare ambasciatori, attraverso lo sport, di questo messaggio positivo, con amici e coetanei nelle loro stesse situazioni. È molto importante lavorare con i giovani, 20 non sono tanti ma è il primo anno, è il punto di partenza.
Riguardo al passato quali sono i risultati principali per cui lei è maggiormente orgogliosa?
Il rugby è un modo per lavorare sulla formazione dei giovani e questa è per noi la soddisfazione più grande. Bisogna partire dai piccoli, forse sono già troppo grandi i nostri, sarebbe bello “lavorare” con i bambini però è un impegno diverso. Il nostro obiettivo è lavorare con i ragazzi per farli diventare sportivi ma anche persone migliori.
Perché il rugby?
Per i valori che sono alla base di questo fantastico sport. Sono valori che condividiamo e che cerchiamo di promuovere nel nostro lavoro di tutti i giorni, ci impegniamo a farlo. Per noi è una sovrapposizione soprattutto valoriale. Quale sarà il contributo in termini di storytelling e di trasferimento di valori nel rugby di Dominguez con i ragazzi? Per noi è già un onore averlo sempre al nostro fianco perché sono già tre anni che ci teniamo per mano in questo bel progetto. Non c’è uno storytelling, il Camp parla da solo. La narrazione è fatta dai momenti che si vivono nel camp, da come ragazzi e allenatori condividono l’esperienza del rugby.. Diego è speciale per noi, lo storytelling è l’experience così unica del nostro Camp
Che obiettivi avete raggiunto in termine di CSR?
Non abbiamo mai misurato il ritorno delle attività sul Rugby, sarà una sfida di quest’anno con l’arrivo dei ragazzi delle Case Famiglia.
Questa edizione del Mediobanca Rugby Camp ha anche una sua sua presenza digital?
Abbiamo aperto la pagina dedicata su facebook del camp di quest’anno dove si possono trovare tutte le videointerviste, l’andamento del camp, le foto gli sviluppi giorno per giorno. Ci sarà un engagement del nostro pubblico e siamo sicuri che il mezzo funzionerà bene, riusciremo a far conoscere la nostra iniziativa e ovviamente passare i nostri valori. Pur mantendo il nostro DNA molto rigoroso e istituzionale, riusciamo a calare i nostri progetti anche con attività social molto efficaci, questo ne è un valido esempio
State pensando di aprire il camp anche ad altri sport?
No. Come partnership sportiva solo il rugby rispecchia i nostri valori. I migliori manager che noi troviamo nelle grandi aziende provengono dal rugby, sono i migliori manager che creano spirito di squadra. Ad esempio nel mondo finanziario – assicurativo mi viene in mente che l’Amministratore Delegato di Generali è stato un giocatore di rugby ma ce ne sono tanti altri. Il risultato di questo sport nelle loro carriere professionali lo vediamo oltre che alla loro competenza al loro gran senso della squadra
Com’è nata l’idea di accogliere i ragazzi delle Case Famiglia di Roma?
È partita da un’esigenza di lavorare con ragazzi con problematiche sociali e poterli avvicinare a uno sport così importante. Portare nella loro vita un raggio di luce diverso o un comportamento diverso dentro di loro. Ci auguriamo che riescano a essere ambasciatori di questi valori nelle case famiglie o nelle loro famiglie di provenienza. È stata quasi naturale la scelta di questi 20 ragazzi, eravamo convinti di fare qualcosa di diverso, Volevamo arrivare alla gioventù che non poteva arrivare a questo camp, sono 20, non sono pochi e tra i 14/15 anni, età straordinaria ma nel pieno della loro crescita. Vogliamo incidere nelle loro vite in modo positivo.
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