I GRANDI TALENTI SUDCOREANI E IL RUOLO MARGINALE DELL’ITALIA
(di Marco Casalone) – La crisi economica che negli ultimi anni ha colpito l’Italia e di conseguenza anche il nostro sistema calcio ha fatto sì che tutti i più grandi campioni e le giovani promesse scegliessero altri campionati europei, Premier League e Liga su tutti i format calcistici.
Non hanno fatto eccezione nemmeno i giocatori orientali: se nel decennio precedente era stato il Giappone a fornire il maggior numero di calciatori, è adesso la penisola coreana, in particolare con la Corea del Sud, ad esportare i migliori talenti del continente asiatico.
Il primo giocatore sudcoreano di livello internazionale è il centrocampista Park Ji-sung: gli olandesi del PSV Eindhoven lo acquistano nel 2002 dal Kyoto Sanga F.C. ma nel 2005, dopo la vittoria di due campionati, passa al Manchester United dove diventa il primo coreano ad esordire in Premier League e, sotto la guida di Sir Alex Ferguson, uno dei più forti d’Europa nel suo ruolo, conquistando altri 13 titoli, tra cui 4 scudetti e una Champions League (resta tuttora l’unico giocatore asiatico ad aver sollevato il trofeo).
Oltre ai risultati sportivi, Park riscuote un enorme successo anche dal punto di vista commerciale, concludendo accordi di sponsorizzazione con grandi brand internazionali, Samsung (azienda market leader nel settore dell’elettronica) e Nike (con la quale nel 2007 firma addirittura un contratto della durata di 12 anni) su tutti; contribuisce inoltre in maniera decisiva all’accrescimento della visibilità dello United nel mercato asiatico ed in Corea del Sud in particolare, dove grazie ad operazioni di merchandising dedicate e varie tournèe estive si calcola che su una popolazione di 49 milioni di persone ben 27 milioni tifino per i Red Devils.
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