Ibrahimovic al Milan, “garanzia” di gol per risalire la china
(di Gregorio Scaglioli) – Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan va controcorrente rispetto alla volontà, espressa dai dirigenti rossoneri Maldini/Boban ad inizio stagione, di puntare su giocatori “giovani” per un progetto a lungo termine. L’attaccante svedese d’altronde può far comodo ad una squadra in carenza di gol (soltanto 16 gol segnati in 17 partite) e che deve risalire velocemente la classifica. Ha inoltre dimostrato di essere capace di segnare in tutte le squadre in cui ha giocato e nella sua 1a avventura milanista ha concluso la stagione con il titolo di capocannoniere grazie a 28 reti in 44 partite di Serie A, oltre ad incidere in modo determinante nella conquista dell’ultimo scudetto rossonero “targato” Massimiliano Allegri (2011).
Sempre ripercorrendo la sua storia, nella stagione successiva si trasferisce al PSG diventando il calciatore più pagato della Ligue 1 (14 milioni di euro a stagione). A Parigi conquista 4 campionati francesi, 3 Coppe di Lega e 3 Coppe di Francia segnando 156 gol in tutte le competizioni; nel 2016 viene preso a “parametro zero” dal Manchester United di José Mourinho con cui vince 1 Community Shield, 1 Coppa di Lega inglese e l’Europa League, nonostante uno stop di 7 mesi per la rottura del crociato anteriore e posteriore riportata nel match contro l’Anderlecht. A marzo 2018 però rescinde anticipatamente il contratto per trasferirsi ai Los Angeles Galaxy (MLS) dove segna 52 reti in 56 partite.
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