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Il caso del brand Parma FC. Secondo StadioTardini è in pegno ad una banca.

Il possibile compratore, infatti, pur dovendosi trovare a spendere magari qualcosina in più, avrà un problema in meno, quello, appunto, del marchio depositato nella propria disponibilità. Bene: navigando sul sito ministeriale http://www.uibm.gov.it/, StadioTardini.it ha notato come sul marchio, che effettivamente è del Parma F.C. Spa,. ci siano però due trascrizioni, accolte con atti pubblici registrati nel 2012 e nel 2013, con cessioni a favore dell’Istituto per il Credito Sportivo di Roma, con tipo di trascrizione:

“costituzione diritto di garanzia”. In sostanza, deduciamo che il marchio (a parte che negli ultimi anni, quello del Centenario, e quello della stagione corrente, abbiamo visto loghi diversi da quello iniziale, che era una semplice variante di quello del 1968 Parma A.C., rimasto nella disponibilità dell’Amministrazione straordinaria di  Enrico Bondi che avrebbe provveduto recentemente al rinnovo, e quello, per capirci, è il marchio delle Coppe e non quello variato in Parma F.C. del 2004, poi leggermente cambiato, come colorazione, della testata in alto, da Ghirardi & C. nel 2008) sia stato dato in pegno al Credito Sportivo per ulteriore tutela del finanziamento all’epoca concesso di circa 6,5 milioni di euro, con iniziale ipoteca di primo grado a favore di Banca Monte Parma e di Ubi Banca in secondo grado, e, appunto, al Credito Sportivo in terzo grado. Ovviamente il valore del marchio dato in garanzia era stato stimato da apposita perizia. E’ curioso rimarcare come il marchio di proprietà del Parma F.C. fosse stato dato in garanzia al Credito Sportivo per i lavori di edificazione del Direzionale di Collecchio la cui titolarità è di Eventi Sportivi. Sulla cessione del marchio immagino che il Credito Sportivo, potrà dire la sua o bisognerà vedere come potrà esser liberato dal vincolo tuttora gravante stando a quanto si legge sul portale dei marchi e brevetti.

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Nei giorni scorsi la Curatela del Parma F.C. Spa aveva dato notizia che il marchio è della società e che asserite cessioni (ad esempio quella a Parma Brand, dunque ad Eventi Sportivi che l’ha inglobata attraverso una programmata operazione di fusione per incorporazione) sono da considerarsi inefficaci e inopponibiliLa cosa è stata giudicata positivamente dallo stesso coadiutore dei curatori Demetrio Albertini che aveva in proposito risposto a un quesito di StadioTardini.it durante la celebrazione, in Municipio, di A testa alta. Ne dà notizia la testata emiliana online StadioTardini.it, diretta dal giornalista Gabriele Majo. 

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