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Il caso del Parma FC ci porta ad una serie di attente riflessioni

1) Come è stato possibile che un club del livello del Parma abbia raggiunto una esposizione debitoria di oltre 196 milioni di euro?

2) Come è possibile che gli organi di vigilanza interni (il collegio dei sindaci) e la CO.VI.SOC (FIGC) al momento dell’iscrizione del campionato non si siano accorti che stava per esplodere il caso Parma
3) Come è possibile che in tutti questi anni, FIGC LEGA e organi di vigilanza interni siano rimasti impassibili di fronte ad un club come il Parma FC che aveva più di 230 compartecipazioni? 
4) Il Parma FC era un club di calcio o ormai era una piattaforma di intermediazione calcistica? Chi si è arricchito attraverso questa “formula”? Questa intermediazione non ha creato una distonia contabile nei conti della società?
5) Il caso del Parma FC dimostra l’insostenibilità economica del calcio italiano. Ci rattristiamo per il probabile fallimento per la società di calcio emiliana ma siamo ancora più preoccupati per eventuali e futuri casi come il Parma FC.
6) Il calcio è un sistema economico-sociale che produce ogni anno a livello professionistico, nonostante la crisi economica contingente, non meno di 2.5 miliardi di euro. Non possiamo permetterci che l’intero sistema vada in frantumi sia in termini di immagine (si pensi solo ai contratti con le pay tv operanti sul mercato domestico o a quelli stretti all’estero, dove da due settimane si assiste ad un campionato a 9 match, invece a che 10 come previsto dal calendario vigente).
7) E’ importante che, in tempi brevi, si arrivi ad intervenire a livello centrale per determinare una nuova “governance” del calcio e controlli ispettivi più stringenti. L’obiettivo è evitare fallimenti “pilotati” come il Bari calcio nella scorsa stagione o quello presumibile del Parma calcio nel campionato attuale. 
8) E’ da rivedere la struttura della FIGC in quanto riceve come tante altre federazioni denaro pubblico attraverso il CONI e sotto il profilo ispettivo (Co.Vi.Soc.) è chiaro che c’è stato un deficit di audit molto grave.
9) Chiediamo al Governo altresì come sia stato possibile che un club del blasone sportivo del Parma sia stato venduto per ben due volte ad un euro, senza che il precedente presidente (Tommaso Ghirardi) si occupasse di verificare la solidità prima dell’imprenditore albanese Rezart Taçi, poi dell’attuale presidente Giampietro Manenti – la cui solidità finanziaria è ancora oggi ignota ai più
9) Diventa essenziale prevedere:
a) una inchiesta parlamentare per esaminare lo “stato di salute” del calcio italiano
b) un maggiore controllo del denaro pubblico attraverso un nuovo ufficio di vigilanza creato in seno al MEF dedicato a tutte le federazioni sportive riconosciute dal CONI che ricevono periodicamente denaro attraverso lo stanziamento pubblico deciso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

(di Marcel Vulpis) – Il caso del Parma FC più vicino ad un fallimento pilotato che ad un rilancio vero e proprio ci porta a porre come Sporteconomy una serie di domande ai tre ultimi presidenti (anche questa una assoluta anomalia) che si sono avvicendati in questi ultimi anni/mesi. Al tempo stesso ci permettiamo di lanciare una serie di proposte, perché lo sport “italico” è quello di dire: “che vergogna, da adesso in poi mai più”. Il problema è che questo è ormai un Paese-farsa con una serie di “mai più” disattesi o seriali, a seconda della proiezione della realtà da cui ci poniamo. 

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Marcel Vulpis

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