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Il CONI pronto a promuovere lo sport nelle carceri

Il progetto, legato al quadriennio olimpico, è finalizzato al miglioramento della condizione carceraria e del trattamento dei detenuti attraverso la pratica e la formazione sportiva e l’obiettivo è di realizzare in tempi brevi una prima serie di interventi in ambiente carcerario concordati in sede europea nel corso degli incontri che il Ministro della Giustizia ha avuto a Strasburgo il 4 e 5 novembre scorso, davanti al Consiglio d’Europa e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Il “Protocollo d’Intesa” prevede l’impegno congiunto dei promotori – con il concorso delle Federazioni Sportive Nazionali – nelle strutture individuate all’interno di diversi istituti di pena, su tutto il territorio nazionale. Le sedi-pilota interessate dall’iniziativa sono quelle della Casa Circondariale di Bologna e di Roma-Rebibbia “Femminile”.

Il Presidente Malagò ha sottolineato l’importanza del messaggio promosso attraverso il progetto. “Oggi è una giornata importante. E’ una cosa della quale essere fieri, orgogliosi. Il protocollo è un atto formale ed in parte anche sostanziale. A volte queste iniziative sono rimaste lettera morta ma questa volta voglio dimostrare sul campo praticamente e concretamente che il mondo dello sport può dare molto alle persone che vivono dentro al carcere. Lo sport contribuisce mettendoci la faccia e le professionalità. I migliori atleti, tecnici, allenatori e del materiale. Credo che oggettivamente ci siano dei problemi di strutture ma anche su questo possiamo provare ad incanalare qualche azienda che vuole investire nel mondo dello sport ed è attenta ai temi del sociale per creare degli spazi, i miglior possibili, dove noi entriamo e portiamo i grandi campioni. Persone che sono in un contesto di regime carcerario evidentemente le regole non le hanno rispettate, invece dobbiamo spiegare che nello sport è indispensabile farlo”.

Il Ministro Annamaria Cancellieri ha amplificato i contenuti del discorso. “L’impegno e’ che in ogni carcere ci siano impianti sportivi, anche se è un cammino che si preannuncia molto lungo. Vogliamo che di questi impianti possa goderne anche la polizia penitenziaria. E dove ci sarà la possibilità di ingressi esterni, questi impianti dovranno essere messi a disposizione della collettività. Bisogna che la società civile viva in simbiosi con il carcere, che è una risorsa e non solo un problema. La Costituzione dice che il detenuto debba espiare la pena ma la detenzione deve essere un momento di crescita e non di regressione. Lo sport è un grimaldello che permette di rompere certe catene. Lo sport è un insieme di regole, di forza, disciplina e quindi portare i principi dello sport all’interno delle carceri significa dare alle carceri gli strumenti di crescita civile”.

Il Responsabile del Gruppo Sportive Fiamme Azzurre, Marcello Tolu, ha quindi specificato i dettagli dell’iniziativa. “La pena deve tendere al reinserimento, lo sport è un ausilio fondamentale in questo senso. Prevediamo di impegnare i detenuti anche nell’ambito di manifestazioni e iniziative sportive”. L’iniziativa di natura formativa sarà successivamente estesa d altre realtà penitenziarie. (fonte: CONI).

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, hanno presentato oggi – al Salone d’Onore – il progetto “Sport in carcere”. Alla firma del protocollo d’intesa erano presenti anche il Segretario Generale del CONI, Roberto Fabbricini, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino, e il Commissario Marcello Tolu, Responsabile Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre.

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Marcel Vulpis

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