Il CONI scende in campo sul caso doping di Niccolò Mornati
(di Gianni Bondini) – Non ci voleva proprio. Alle cinque della sera il mondo olimpico viene scosso dalla positività al doping del canottiere Niccolò Mornati. Il farmaco incriminato e l’Anastrazolo, un anabolizzante di ultima generazione.
Mornati junior era stato sottoposto a un controllo a sorpresa dalla Nado Italia il 6 aprile scorso, mentre si stava allenando nel lago di Piedilugo (Terni). L’atleta è stato sospeso e, a meno di un’errata positività, salterà Rio. Quei Giochi, in programma dal 5 agosto prossimo, in cui aveva buone chance nel due senza con Vicenzo Capelli.
L’annuncio del caso di doping è dato dal presidente del Con,i Giovanni Malagò, che aveva fatto convocare una conferenza stampa lampo e si è presentato assieme al segretario generale Roberto Fabbricini.
I più distratti o scarsamente informati sui movimenti del Coni si domanderanno: come mai questo rituale, per l’annuncio di un caso di positività (per gonfiare i muscoli), come ne abbiamo viste tante?
Nicolò Mornati non è un atleta qualsiasi. E’ il fratello minore del vicesegretario generale del Coni e responsabile proprio della Preparazione Olimpica, Carlo Mornati (anch’egli con un passato nel mondo del canottaggio olimpico). E non è tutto. Perché la società sportiva di appartenenza del nostro azzurro è il Circolo Canottieri Aniene, di cui è presidente il capo dello sport italiano, Giovanni Malagò.
Si salva presidente Malagò, per il coraggio di “averci messo assolutamente la faccia”. Poteva affidarsi infatti a un comunicato stampa e/o al classico “no comment”. E, invece, no. Eccolo lì pronto a farsi fare domande dai giornalisti presenti, con a fianco l’inseparabile Roberto Fabbricini, di cui si dice (e forse “si diceva”) Carlo Mornati avrebbe preso il posto nel prossimo quadriennio olimpico.
Guai, però, a servirsi di questo caso per attaccare Mornati senior, che deciderà ciò che gli detta la sua rettitudine e il buon senso. Anche perché ciascuno risponde per sé e non per i parenti. Nello sport tra l’altro ci si rispetta, per fatti di famiglia.
Purtroppo, più che sulle persone citate (assolutamente estranee), questa è una pessima pubblicità, che ricade sulla candidatura di Roma2024. Contro cui, forse vedremo, già nelle prossime ore, scagliarsi i “profeti” di sventure, soprattutto sul fronte dell’opposizione. Ormai c’è un fronte “anti” a prescindere (come nel caso della pentastellata Virginia Raggi o dell’ex PD Stefano Fassina, oggi Sinistra Italiana) ed ogni occasione è buona per criticare. Questo fatto è ascrivibile chiaramente solo a chi l’ha posto in essere ed è giusto che venga escluso se questa positività dovesse essere confermata.
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