Il flop dell’Italia colpisce anche i bookie
Una pagina nera per la Nazionale, ma anche un duro colpo per i bookmaker. Il flop dell’Italia nelle qualificazioni mondiali peserà anche sugli affari delle società di scommesse italiane, che – apprende Agipronews – dopo la Svezia hanno aperto un tavolo urgente di confronto sul business della prossima estate.
Senza gli azzurri i volumi di gioco subiranno inevitabilmente una perdita: a oggi, il calo è stimato tra il 30% e il 40%, rispetto alle ultime due grandi manifestazioni, Euro 2016 e Mondiali 2014.
Un anno e mezzo fa, in Francia, la raccolta totale si attestò sui 250 milioni. In Brasile, ai Mondiali 2014, si arrivò a 267. Con le scommesse che in Italia continuano a crescere in maniera esponenziale (nei primi 10 mesi del 2017 le giocate hanno superato quelle totalizzate nell’intero 2016), la presenza della nostra Nazionale in Russia, rivelano ad Agipronews fonti degli operatori, avrebbe portato la raccolta a sfiorare il miliardo. Applicando il 40% di minori entrate temuto dagli operatori, il “danno” si colloca intorno a 400 milioni.
Cifra alla quale, ovviamente, va tolto ciò che in ogni caso sarebbe rientrato in vincita (di solito, l’80-90% della raccolta).
Al di là di ogni proiezione, il dato sicuro è che l’Italia nelle partite che contano attira scommettitori a valanga. Su Italia-Svezia di lunedì scorso – – sono stati puntati circa 10 milioni di euro, e visto che per la maggior parte erano giocate sulla vittoria azzurra, solo due milioni sono tornati in vincite. In altre parole, il flop dell’Italia è costato agli scommettitori 8 milioni di euro.
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