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IL MODELLO DI GESTIONE AZIENDALE DEL CALCIO CILENO
(di Lorenzo Di Nubila) – Il mercato cileno, ancora oggi, rappresenta una grande incognita per molti mercati latinoamericani.
Nel 2005 ci sono stati profondi cambiamenti nella struttura del mercato, cosa che ha portato il calcio professionistico in Cile a diventare la terza forza nel mercato latinoamericano, dietro solo a Brasile e Messico.
Il calcio cileno ha senza dubbio beneficiato del modello di gestione aziendale creato 15 anni fa e, nonostante gli evidenti miglioramenti, il calcio del Paese può crescere ancora molto, soprattutto se si cercano nuovi mercati internazionali.
Il reddito dei club di prima divisione ha raggiunto i 154 milioni di dollari, un valore, dunque, più grande delle squadre argentine e colombiane. D’altra parte, però, i soldi sono ben concentrati nelle mani delle più grandi squadre del paese. Tra queste, ad esempio, ci sono il Colo Colo (squadra che nel recente passato ha formato campioni del calibro di Alexis Sanchez e Arturo Vidal, su tutti) con ricavi per US $ 24 milioni nel 2019, l’Universidad Católica con US $ 21 milioni e Universidad de Chile con US $ 20 milioni.
Invece, la seconda divisione genera una cifra vicina al US $ 34 milioni, con US $ 23 milioni dalla TV, mentre la terza divisione US $ 2 milioni.
Cifre assolutamente trasparenti, frutto anche della nuova normativa e della maturità del mercato.
Un punto che ha attirato l’attenzione nei numeri è che le società hanno un’operazione più costosa, non sono solo, dunque, squadre di calcio. Infatti, le maggiori spese amministrative e operative richiedono una maggiore capacità di generare reddito per crescere in modo solido ed equilibrato.
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