Il Mondiale di Russia tema di approfondimento al Parlamento Europeo
(di Andrea Ranaldo) – Domanda da un milione di dollari: chi vincerà i Mondiali di calcio in Russia? La risposta arriva dal Parlamento europeo di Bruxelles, dove agenzie di scommesse e performance analyst hanno spiegato i criteri con cui esprimono i propri pronostici.
PAROLA AGLI OPERATORI DI SCOMMESSE
L’evento, organizzato dalla EGBA (European Gaming & Betting Association), è stato aperto da una presentazione di Eric Konings, responsabile dell’integrità delle scommesse sportive di Kindred Group. Kindred, fondata nel 1997 da un insegnante di matematica svedese chiamato Andres Storm, è oggi uno degli operatori leader in Europa, con oltre 1300 dipendenti, e 16 milioni di clienti in tutto il mondo. In Italia è rappresentata dal brand di betting Unibet.
Konings ha esordito dicendo che le scommesse sportive non sono un gioco d’azzardo legato alla fortuna, bensì all’abilità. Sono molti i criteri che un giocatore deve prendere in esame, e lo stesso avviene all’interno degli stessi operatori di betting, che stabiliscono le quote solamente in seguito ad un’attenta analisi: tra questi, ricordiamo il tasso tecnico delle squadre, lo stato di forma, la presenza di eventuali infortunati/squalificati, il luogo dell’incontro, ecc. ecc.
Stabilite le forze in campo, entra in gioco la marginalità dell’operatore. Konings è stato molto chiaro nella sua spiegazione, partendo dall’esempio del lancio della monetina. In situazioni normali, abbiamo il 50% delle probabilità che esca testa, e il 50% che esca croce. Le odds, dunque, sarebbero a 2 (100/50). Un operatore di scommesse, però, deve necessariamente equilibrare la situazione tenendosi una marginalità: ritornando al lancio della monetina, se la marginalità scelta dall’operatore è del 5%, avremo le odds finali a 1.90, grazie al calcolo (100-5)/50.
Da giugno 2016 ad oggi, le quote di Kindred Group sono cambiate radicalmente: secondo gli scommettitori, ora il grande favorito è il Brasile, quotato a 5, seguito dalla Germania a 5.50. Situazione ribaltata rispetto a dodici mesi fa, quando i sudamericani erano quotati a 11, mentre i teutonici a 4.50.
PAROLA AI PERFORMANCE ANALYST
Il secondo ospite della serata è stato Duncan Alexander, volto noto della televisione britannica e personaggio di punta di Opta: fondata nel 1996, la compagnia è oggi leader mondiale nella raccolta e nella confezione di statistiche sportive, con una copertura di oltre 100 mila eventi all’anno.
Un lavoro che, come ricorda Alexander, è scientifico, ed in continua evoluzione: il team di sviluppo è costantemente alla ricerca di nuove soluzioni, uno sforzo che ha portato, negli anni, alla nascita di analisi sempre più varie e dettagliate, che coprono pressoché tutti gli aspetti tecnici e tattici di una partita.
Il modello utilizzato per i Mondiali si basa sui risultati ottenuti nelle passate edizioni, nei gironi di qualificazione, e nelle amichevoli, assegnando a ciascuna squadra un valore sia alla fase offensiva, che a quella difensiva. Proprio il pedigree è uno dei criteri statisticamente più rilevanti: secondo Opta, non è casuale che a contendersi il titolo siano quasi sempre le solite note. Infine, il sistema valuta le probabilità per ciascuna delle singole partite, simulando decine di migliaia di volte l’intero torneo prima di produrre il pronostico definitivo.
Dove il modello “fallisce”, è nell’imprevisto: non prevede, infatti, le informazioni di pura attualità legata ai calciatori. Alexander ha citato il caso di Mohamed Salah: qualora l’attaccante del Liverpool non recuperasse dall’infortunio, questo impatterebbe molto sulle possibilità di successo dell’Egitto, ma sarebbe statisticamente registrato solamente in seguito ai risultati ottenuti in campo.
Anche per i performance analyst, a trionfare in Russia sarà il Brasile, con il 14,2% delle probabilità, seguito dalla Germania (11,4%) e dall’Argentina (10,5%).
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