Il presidente Macron sostiene la pallamano francese. Nuovo CTF da 50 mln alle porte di Parigi.
La Francia vuole capitalizzare il sesto titolo mondiale, vinto nell’ultima edizione (2017) proprio in casa, dove ha superato, nella sfida finale, i forti pari età della nazionale norvegese (sul podio, terzi, gli sloveni). Per questa ragione, il governo transalpino è sceso in campo, chiamando a raccolta il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron (nella foto in primo piano), che taglierà il nastro, nel prossimo inverno, del nuovo centro tecnico federale, dove si alleneranno tutte le nazionali (sia maschili che femminili).
Costruito nella periferia di Parigi (per un investimento totale di 50 milioni di euro), si distinguerà, rispetto ad altre strutture sportive similari, per la forte attenzione alla tecnologia (sia per l’utilizzo di attrezzature hi-tech per gli allenamenti, sia per il crescente utilizzo della match analysis). Qui si formeranno tutti i dirigenti sportivi della Federazione, inclusi gli arbitri e i tecnici. Come detto, il Centro Tecnico Federale costerà 50 milioni di euro, di cui il 50% coperto da fondi pubblici, il resto fa parte di un investimento pluriennale dove interverrà direttamente la Federpallamano transalpina, che, ricordiamolo, è la realtà europea (in questo specifico settore sportivo) con il maggior numero di sponsor (ben 29, tra cui Adidas, FDJ, Lidl, Bein sports, Oasis, Butagaz, La Poste, Renault, Kinder+Sport). La Francia è un modello di riferimento e la parte femminile di questa disciplina ha lo stesso peso di quello maschile, sotto il profilo organizzativo e sponsorizzativo. Esiste, infatti, sia la Lega maschile (LNH), sia quella femminile (LFH), con numeri sugli spalti e in tv in crescita, di anno in anno.
Ma cosa succede, nel frattempo, nel nostro Paese? In Italia, gli azzurri “sognano” la qualificazione per i Giochi di Tokyo2020, non avendo mai centrato, fino ad oggi, questo traguardo in ambito olimpico. Sarà molto difficile, perché il numero dei tesserati nell’ultimo anno non è cresciuto, gli sponsor (privati) sono pochi (sono apparsi, a gennaio, solo Wind-Tre e Sudtirol per l’International Handball Challenge, più il marchio tecnico Givova per le maglie). La dirigenza di Pasquale Loria (neo presidente da oltre un anno) è legata, a filo doppio, ai contributi che riceve quasi esclusivamente dal CONI: nel 2018, in totale, 2.620.653 euro (di cui 1.490.257 per la preparazione olimpica e ben 1.130.296 risorse umane federali).
Con dei numeri così bassi, come movimento, e con economics di natura esclusivamente pubblica è difficile sognare in grande. In ambito tv si è affidata alla rete Sportitalia, dove è previsto un magazine sulla pallamano tricolore.
Pertanto, il confronto con i primi della classe, i francesi, anche sotto il profilo politico-progettuale, non è proprio possibile. Per il momento, non si può sognare in grande, nonostante l’handball sia una disciplina olimpica tra le più seguite, sia a livello tv, sia all’interno dei palazzetti (in Europa).
Più in generale, qual è la lezione che possiamo trarre da questo progetto? Uscendo dal perimetro della pallamano, i francesi hanno capito che dovevano investire dopo la conquista di questo sesto titolo iridato. Non potevano perdere una possibilità per certi versi unica. E così hanno fatto. Solo investendo infatti si possono mantenere livelli di eccellenza sempre crescenti. Nel calcio italiano, dopo il titolo mondiale di Germania 2006, si è pensato che saremmo stati a prescindere nel gotha del football mondiale. Per divinazione, o più semplicemente per presunzione.
Risultato finale? Non saremo presenti in Russia nella prossima edizione della Fifa World Cup. Per cui l’unica cosa che possiamo pensare, in riferimento ai dirigenti transalpini dell’handball è semplicemente: Chapeau!
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