Il Senato dice sì al limite dei mandati del CONI/FSN
(di Gianni Bondini)* – Giovanni Malagò potrà restare presidente del Coni fino al 2024 (quando teoricamente si sarebbero dovute tenere le Olimpiadi di Roma, prima del NO della sindaca Raggi e del Movimento 5 Stelle), ovviamente se rieletto prima dei Giochi di Tokyo2020 e probabilmente da componente del Cio. La norma è legge dello Stato passata nelle pieghe della complessa manovra di “Stabilità finanziaria”. Tra un’agevolazione fiscale e una rottamazione. Come non molti si aspettavano. I voti sono stati 130 a favo su 174 presenti nell’aula del Senato e questo la dice sempre più lunga su quel partito “trasversale” (seduto in Parlamento – M5S escluso), fedele soprattutto a Giovanni Malagò.
Però bisogna essere un po’ maliziosi (e non maligni), dopo che, nel salone delle Fiaccole Olimpiche per il brindisi con i giornalisti, Malagò, signore rinascimentale, con due splendidi acni al seguito, ha fatto un commento distaccato “Non ho brigato per ottenere questo terzo mandato”. Diciamo che gli è stato offerto su un piatto d’argento. Di fatto il n.1 del CONI ha dimostrato, se qualcuno ancora avesse dubbi in tal senso, di avere una visione politica superiore alla media dei nostri 945 parlamentari (ormai con la testa a tentare di essere rieletti con una legge complicata anche per chi l’ha ideata – e questo meriterebbe una profonda riflessione). Perché, se non si è volutamente distratti o incompetenti, bisogna ricordare che si tratta di un “terzo mandato” (in tutto 12 anni) riparatore. Perché i presidenti federali, che oggi possono essere rieletti per uno più un secondo, fino a ieri, col 55 % dei voti potevano restare una vita al comando delle loro discipline sportive. Pensate che lo scomparso Matteo Pellicone, presidente di lotta e arti marziali (Filkam), rimase sulla sua poltrona per la durata “record” di 27 anni).
- giornalista sportivo e scrittore romano
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