Il Tirreno analizza il boom pubblicitario di Gigi Buffon
Il quotidiano “Il Tirreno“ ha dedicato un focus sul personaggio Gigi Buffon, calciatore professionista (n.1 della Juve e della Nazionale italiana) scelto in questi ultimi mesi da molti brand di profilo internazionale. Di seguito il testo del servizio redatto dal giornalista toscano Alessandro Guerrieri.
Marcel Vulpis è il direttore e co-fondatore di “Sporteconomy.it”, market leader nell’informazione applicata all’economia dello sport. In passato, quando lavorava alla “Interwork A.B. & D.B.” ha vinto il Gran Prix d’oro come miglior spot pubblicitario per il cliente Nuova Tirrena assicurazioni . E’ il personaggio perfetto per analizzare il successo del testimonial Buffon.
Perchè proprio Gigi Buffon è il testimonial sportivo più ricercato nel campo della pubblicità ?
Prima di tutto bisogna considerare il momento storico nel campo della pubblicità; adesso i maggiori brand mondiali cercano testimonial per veicolare i loro prodotti. Basta, ad esempio, pensare alla Nespresso con George Clooney, alla Vodafone con Bruce Willis o alla Wind con Fiorello. Una tendenza che però, a mio vedere, può essere controproducente, creando disaffezione negli spettatori–utenti. Detto questo sicuramente Buffon in Italia rappresenta il top. Gode di una grande popolarità, è famoso, credibile ed ha una immagine che ispira sicurezza. In più, particolare fondamentale, viene individuato come un vincente; campione del mondo, numero 1 della squadra più forte in Italia, nonostante l’età avanzata è ancora uno dei migliori portieri del pianeta. In più è telegenico ed ha una immagine bonaria e rassicurante. Ecco perchè sono tantissime le aziende che sono disposte a ricoprirlo d’oro. Fatto non secondario è poi la sua trasversalità; oltre agli appassionati di sport, per le sue imprese sul campo, è conosciuto anche da chi lo sport non lo segue ma è appassionato di gossip. Penso alla classica casalinga di provincia che legge della sua storia con la Seredova prima e con la Ilaria D’Amico (sua attuale compagna, nda) poi sulle riviste di gossip, e poi lo riconosce al momento in cui passa lo spot.
Quanto deve sborsare una azienda per averlo come testimonial?
Difficile dire, non esiste un prezzario preciso. La richiesta del suo management varia in relazione alle prestazione. Se si tratta di una campagna pubblicitaria nella quale è l’unico testimonial il compenso è più elevato, così come se parla. Molto influenzano anche i risultati sul campo e la tipologia di prodotto veicolato. Sicuramente il buon Gigi non si muove per meno di 500.000 €.
In Italia Buffon è certamente il numero 1, nel mondo invece quali sono gli sportivi più ambiti ?
Sicuramente Cristiano Ronaldo, un vero turbo-testimonial. Anche più di Messi, la cui immagine percepita è quella del campione. CR7 è invece un personaggio più glamour. Il che si riverbera anche sui compensi, una sua campagna internazionale vale almeno 5 milioni. Di fatto è il testimonial “glocal” per eccellenza. Poco dietro c’è Roger Federer, a maggior ragione dopo la vittoria ai recenti Australian Open. Si vendono bene anche Ibra, Valentino Rossi, Hamilton e Fernando Alonso.
Autovetture, rigorosamente Fiat, materassi, patatine, prima ancora cereali, crowfunding, acqua minerale, carte di credito, Gigi Buffon è davvero un numero 1. Non soltanto sul tappeto verde dove continua a mostrare miracoli nonostante l’età che avanza, si avvicina agli “anta”, ma anche come testimonial pubblicitario. Il suo, almeno nel nostro paese, è il volto più ricercato dalle aziende che devono veicolare i loro prodotti, di qualsiasi genere. A maggior ragione in un momento storico nel quale la pubblicità ha riscoperto il valore dei testimonial. Settore in cui Buffon ha ormai superato altri sportivi, come il declinante Valentino Rossi, la cui immagine è adesso prettamente legata all’ambito motoristico, o Francesco Totti, che paga l’essere ormai nella fase declinante della sua carriera. Gigi sfrutta non soltanto la grande popolarità, ma soprattutto la sua immagine positiva. Che fa di lui uno dei personaggi più amati dagli italiani. Più per le doti umane che tecniche, comunque notevoli, le aziende se lo contendono per la sua innata leadership e la capacità di creare empatia con chi segue i suoi spot.
Popolarità trasversale – Gigi riscuote così tanto successo proprio per questo, il che lo rende conosciutissimo anche da chi lo sport lo segue poco. E’ l’immagine di un vincente, di uno che ce l’ha fatta partendo da una piccola città di provincia come Carrara. Di quelle che piacciono tanto agli ascoltatori-utenti degli spot. Del resto basta dare un’occhiata al suo sterminato palmares per capire che è il perfetto prototipo del vincente: a 39 anni è ancora uno dei più forti portieri del mondo, l’emblema della nostra nazionale, pedina cardine di una formazione, la Juventus, quasi imbattibile, almeno nei patri confini. In più piace per la sua spontaneità, per il saper accettare con il sorriso sulle labbra e senza polemiche gli errori, in campo e nella vita. Come accadde quando investì nella famosa società tessile Zucchi, perdendo quasi 20 milioni di euro, oppure quando fece outing dichiarando di essere stato preda delle depressione. Insomma un vincente, ma con le debolezze di ciascuno di noi. Non un super uomo, ma una persona con le sue fragilità, il che lo avvicina all’italiano medio, rendendolo testimonial perfetto.
Gossip – Del resto di Buffon parlano tutti, non solo gli amanti del calcio. Lo fanno i giornali di gossip, rendendolo popolare ad una fetta di persone che manco avrebbero saputo della sua esistenza. Le sue storie con Alena Seredova prima e Ilaria D’Amico poi, entrambe donne sotto i riflettori, sarà un caso…., lo hanno reso popolare anche tra l’altra metà del calcio, tra le persone che divorano i settimanali di gossip. E poi, in “prime time”, se lo vedono apparire in uno spot e pensano “Toh, è Buffon, il fidanzato della D’Amico”. Ed il giorno dopo, al supermarket, acquistano il prodotto veicolato dal numero 1 di Carrara. Funziona così, e per Gigi è un bel funzionare.
Incassi milionari – Perchè la sua faccia costa, eccome se costa. Non c’è un tariffario preciso, quello varia in relazione a cosa viene richiesto, ma sicuramente il suo manager prende in considerazione soltanto offerte con molti zero, diciamo dal mezzo milione di euro in su. Più di chiunque altro in Italia. Ciò nonostante le offerte non mancano, e, proprio a testimoniare la sua immensa popolarità, arrivano quasi tutte da settori non sportivi. (di Alessandro Guerrieri)
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