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ISCA a EXPO 2015: l’inattività fisica costa al nostro Paese oltre 12 miliardi di euro ogni anno

Gli attuali livelli di inattività fisica gravano pesantemente sul sistema sanitario e si traducono in costi economici annuali di oltre 12,1 miliardi di euro, equivalenti all’8,9% della spesa sanitaria italiana, per un impatto complessivo sull’economia che comprende costi sanitari diretti annuali pari a 1,6 miliardi di euro e costi indiretti pari a 7,8 miliardi di euro (facendo riferimento al valore economico stimato di vita sana persa per malattia e mortalità prematura), cui si aggiungono altri costi legati ai disturbi mentali (depressione e ansia), conseguenza dell’inattività fisica.

Dati ancora più preoccupanti per gli adolescenti sulla carenza di movimento,  in quanto il 92% dei tredicenni non raggiunge i livelli consigliati. In affanno le donne: ben il 38% contro il 28% degli uomini non è sufficientemente attivo.

Con un focus su sei Paesi europei, quali Italia, Spagna, Regno Unito, Francia, Germania e Polonia, lo studio ha avuto l’obiettivo di aprire un dibattito su questi importanti temi e costituire un punto di partenza condiviso per incoraggiare i cittadini europei ad adottare stili di vita più sani e attivi.

Questa analisi è un’ulteriore conferma del fatto che l’inattività costituisca uno dei principali fattori di rischio di un consistente numero di malattie, come affezioni coronariche, diabete di tipo II, cancro colon-rettale e cancro al seno, e sia responsabile del 14,6% dei decessi in Italia, equivalente a 88.200 persone nel 2012. 

Inoltre, la ricerca dimostra che l’inattività fisica favorisce lo sviluppo di disturbi dell’umore, l’aumento dello stress e dell’ansia.

Si calcola che ridurre di un quinto il livello di sedentarietà permetterebbe di risparmiare 2,4 miliardi di euro all’anno e ridurre vari disturbi dell’umore.

Accanto al quadro critico presentato dai dati, sono state proposte iniziative efficaci per incoraggiare la persone a muoversi.

La presenza del Presidente Giovanni Malagò ha permesso di ricordare le numerose proposte che il CONI da anni promuove per coinvolgere gli italiani a incrementare i livelli di attività fisica, soprattutto tramite la pratica sportiva.

Tra le alternative non agonistiche, sono stati presentati dalla Dott.ssa Mazzechi due progetti internazionali realizzati per la prima volta in Italia: EUROBIS (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study) parte di EPODE International Network (EIN)– la più ampia rete mondiale di prevenzione dell’obesità – e Beat The Street. Realizzati a Perugia il primo e a Terni il secondo, sono basati su metodologie innovative volte a contrastare il fenomeno dell’incremento dell’obesità e promuovere l’educazione a uno stile di vita sano e attivo . Per saperne di più: www.eurobis.itterni.beatthestreet.me

A leggere i dati allarmanti risultati dello studio “L’impatto economico dell’inattività fisica in Europa”, realizzato dal Centre for Economics and Business Research (Cebr) e commissionato da ISCA (International Sport and Culture Association), all’Expo Conference Centre, Mogens Kirkeby (Presidente di ISCA), Giovanni Malagò (Presidente del CONI), e Claudia Mazzeschi, Professoressa di Psicologia Dinamica presso l’Università degli Studi di Perugia e Responsabile dell’area Psicologica del progetto Eurobis Coordinato dal professor Pierpaolo De Feo, docente di Endocrinologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Perugia.

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