La dignità ha sempre un “prezzo”: quello della faccia
Magari qualcuno nell’ambiente gli dirà “fesso”, perché rinunciare a un triennale per un mero principio può realmente apparire da stolti, specialmente per chi vive il pompato mondo del calcio. Ma il gesto di Marco Giampaolo secondo noi, tutto ha, tranne che dell’atteggiamento sciagurato, perché rispondere a chi in quindici anni di gestione ha cambiato venti allenatori (e li ha avvicendati 28 volte fra loro) “no, grazie, non torno, la dignità e l'orgoglio non hanno prezzo” rientra nella logica degli atteggiamenti decorosi delle persone.
E Giampaolo ha dimostrato che persona è, non stereotipata e soprattutto dignitosa, al punto di saper rinunciare a una barcata di soldi per non perdere – appunto – la stima, forse con se stesso ancor prima che davanti agli altri.
La sua è una svolta epocale in un mondo piatto come quello del football, dove ci si illude d’esser geni della tecnologia per il semplice fatto di saper messaggiare col telefonino alla velocità della luce ma si risponde ancora “son contento d’essere arrivato uno” davanti ai microfoni. E non ditemi che i campioni della pedata abbiano mai rivelato alla collettività la teoria della relatività, che forse non c’ero. Merita un plauso, l’ormai ex allenatore del Cagliari, e un posto nella storia del nostro calcio. Perchè prima di lui, nessuno aveva rinunciato.
* giornalista sportivo e scrittore
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