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La Federcalcio russa teme di perdere gli sponsor stranieri

E’ un effetto domino quello che sta avvenendo, in diversi settori, a partire dal mercato dello sport russo. Non c’è una disciplina, infatti, che non sia stata toccata dagli eventi negativi del conflitto russo-ucraino. Ovunque vi sono sponsor russi a supporto di team, federazioni e leghe, ma si arriva alla scelta “politica” di rimuoverli per mandare un forte segnale all’esterno. Una situazione certamente non facile, che potrebbe peggiorare anche sul mercato “domestico”, dove diverse realtà sono sponsorizzate da imprese straniere.
Anche in questo caso non è difficile prevedere una “exit strategy” per gli spender che non intendono continuare ad investire in territorio russo, di fronte ad un governo che ha scelto di entrare in guerra invadendo l’Ucraina.

Uno degli asset sportivi, oggetto di monitoraggio, è la Federcalcio russa (www.rfs.ru), che può contare su 28 aziende partner. La stragrande maggioranza riguarda realtà del mercato nazionale come Novatek, Megafon, Gazprom, Gazprombank, Gazpromneft, Gpnbonus, Magnit, Sogaz, Mironline, RZD, Tok Group, Fonbet, Nornickel, Betcity, Pockat, Silur, Taif, Albione, Yust ed Els24. A queste imprese russe si affiancano 9 sponsor di profilo internazionale: Adidas, G-Drive, Coca-Cola, Volkswagen, EF, Man, Sorare, Deloitte e Life Fitness. Proprio su questi si sono concentrati gli interessi dei media nazionali che temono di vedere, nelle prossime ore, una fuga di massa per motivi di opportunità politica e di reputazione.

Nel frattempo FIFA e UEFA hanno escluso proprio la Nazionale di calcio russa dai playoff per il Mondiale di calcio di Qatar2022 (in programma in autunno) e tutti i club di calcio (come lo Spartak Mosca) iscritti nelle competizioni europee. La RFS doveva affrontare la Polonia nel primo degli spareggi per Qatar2022, prima eventualmente di essere opposta alla vincente tra Svezia e Repubblica Ceca.

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Redazione

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