Imminente l’entrata dell’azionariato torinese nel listino delle prime 40 società italiane.

(di Lidia Mazza) – Nei giorni scorsi Piazza Affari ha annunciato che, dal prossimo 27 dicembre, le azioni della Juventus FC SpA entreranno ufficialmente nel listino del Ftse Mib, il più significativo indice azionario della Borsa nazionale, nel quale sono inserite le 40 società italiane quotate con maggiore capitalizzazione e flottante.

La prorompente ascesa del club bianconero nell’élite del calcio internazionale si è evidentemente ripercossa sul mercato azionario, dove il titolo è stato collocato nel dicembre del 2001 a seguito di un aumento di capitale e della cessione di una quota della finanziaria Ifil (attuale Exxor), holding della famiglia Agnelli, cui si accompagnò la dismissione di una significativa quota di partecipazioni dell’allora amministratore delegato, Antonio Giraudo.

Il titolo ha vissuto alterne vicende ed è stato oggetto di due aumenti di capitale, necessari per fronteggiare il trend negativo culminato negli anni post Calciopoli, quando era stata addirittura ipotizzata una delistizzazione (operazione, tra l’altro, che nel 2012 si era rivelata strategicamente vincente per il Manchester United, con il titolo tolto dalla Borsa di riferimento.

Ma il gruppo societario di riferimento ha tenuto il punto e, grazie ai frutti prodotti principalmente dagli investimenti strutturali e dalle operazioni di compravendita sul portafoglio giocatori, il titolo si è lentamente stabilizzato sul mercato, sino a tornare ad essere redditizio nel 2017, sulla scia dei ripetuti successi intra-confine e delle ottime performance in campo europeo della squadra.

L’arrivo, poi, di Cristiano Ronaldo lo scorso giugno a Torino (dopo il “divorzio” dal Real Madrid per 105 milioni di euro) e il ritorno inarrestabile dell’operazione in termini di ricavi su merchandising e diritti, hanno fatto impennare il valore delle azioni, pronto ormai ad indossare l’abito delle feste.