La nuova turbolenta estate del calcio italiano
(di Marcel Andrè Vulpis) – No, non ce la facciamo proprio. A chiudere, per esempio, in modo normale, una stagione agonistica, ma soprattutto a far ripartire quella successiva in modo altrettanto normale. Anche quest’estate un nutrito drappello di club professionistici si ritroverà nelle aule di tribunale, su sponde opposte, per far valere i propri diritti. Nello specifico Foggia, Perugia e Reggina ricorrerrano contro il Lecco in Serie B e la FIGC.
Ma il caso più bollente, sicuramente, è quello del Foggia del presidente-imprenditore Nicola Canonico. La storia del club pugliese ha dell’incredibile. Si qualifica prima in semifinale (insieme a Cesena e Pescara), successivamente incontra, in finale, i rivali del Lecco, che, dopo una fase playoff (Serie C), per certi versi unica, superano anche i “Satanelli” nel doppio match. Una promozione inaspettata per molti addetti ai lavori, ma, nelle ore successive, iniziano ad esserci i primi rumour di possibili problemi (in fase di iscrizione) per il nuovo campionato di Serie B.
E infatti, puntuale, post 20 giugno, arriva l’anticipazione dei ritardi in fase di iscrizione, con documenti si ritiene presentati nelle ore successive alla scadenza.
Immediatamente i lombardi protestano, sottolineando che iscriversi, a distanza di 48 ore dal termine della gara 2 (vinta per 3-1, a Lecco, lo scorso 18 giugno), sarebbe stato praticamente impossibile per tutti.
Presentata così il Lecco forse avrebbe anche ragione. Peccato, però, che, nei giorni successivi sia arrivata la doccia scozzese della versione ufficiale del Foggia (finalista insieme ai lombardi). In una recente conferenza stampa Canonico ha svelato che la segreteria di Lega B avrebbe scritto, ad inizio giugno, a tutte le squadre semifinaliste invitandole ad organizzarsi per la raccolta dei documenti (e, conseguentemente, la consegna degli stessi) entro e non oltre la scadenza del 20 giugno scorso.
E qui la tesi del Lecco si scioglie come neve al sole. Il termine del 20 giugno, stabilito dalla B, non è una opzione, ma un limite perentorio assolutamente non valicabile. Chiunque non riesca a presentare i documenti entro il termine perentorio infatti non può essere iscritto. Può essere crudele, ma non esiste l’opzione n.2 rispetto al tema in esame.
Sula base delle regole federali, pertanto, il Lecco dovrebbe essere escluso. E invece l’ultimo Consiglio Federale, all’unanimità, ha dato il via libera al Lecco per l’iscrizione in Serie B.
Il Foggia ricorrerà, domani pomeriggio, davanti al CONI, ma è già incredibile che, pur esistendo una norma chiara (oltre che semplice da applicare), non si arrivi ancora ad applicarla. E il club pugliese debba anche spendere dei soldi per trovare giustizia.
Il Foggia infatti non entra nel merito sportivo, riconoscendo, per il momento, in linea di principio, il verdetto del campo (anche se ha chiesto di acquisire alcune registrazioni arbitrali), quanto piuttosto chiede l’applicazione rigorosa (a suo favore) della perentorietà della norma.
Certamente deve far riflettere che, in Consiglio Federale, ci sia stata l’unanimità sulla decisione a favore del Lecco. E’ possibile che nessuno conosca questa norma? E’ possibile che non vi sia un dirigente in grado di comprendere l’effetto domino che può generare una decisione senza senso?
Una cosa è certa: il Foggia di Canonico non vuole passare per vittima sacrificale e si difenderà, come è giusto che sia, in tutte le sedi preposte al dibattito (per l’applicazione della suddetta norma). Nel contempo, è la sconfitta di un “sistema calcio” che fa le norme e si affida alla discrezionalità quando su questa tematica ci sarebbe solo una via obbligata (ovvero far rispettare la perentorietà dei termini).
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