La Ryder Cup 2022 appesa al filo del “milleproroghe”
(di Marcel Vulpis) – E’ un presidente Franco Chimenti–“mattatore” quello che si è presentato, questa mattina, nella sala auditorium di viale Tiziano 74, per chiarire alcuni punti del progetto “Ryder Cup 2022″ portato a casa nei mesi scorsi dalla Federgolf, dopo aver sbaragliato concorrenti di tutto rispetto come Spagna, Austria e Germania. Al suo fianco il direttore generale Gian Paolo Montali, chiamato dallo stesso Chimenti (tra i suoi molteplici ruoli anche quello di presidente della Coni servizi SpA) a gestire l’intera operazione.
La conferenza ha visto il presidente della FIG rispondere a diverse domande di Ansa, Il Messaggero, Il Fatto quotidiano incluse alcune della nostra agenzia (Sporteconomy).
Quello che sembra chiaro, dopo la bocciatura in Senato dell’emendamento dedicato alla garanzia fideiussoria da 97 milioni di euro richiesta dal board internazionale della “Ryder Cup” (la scadenza per presentarla è il prossimo 13 febbraio, anche se il tempo massimo scadrà il 26 prossimo venturo), è che il tempo per risolvere la questione è sempre più ristretto. L’ultima chiamata potrebbe essere l’approvazione di questa norma all’interno del “milleproroghe” entro la fine del mese.
Nel caso contrario gli organizzatori della Ryder cup avrebbero già pronta l’opzione “B” firmata Spagna (arrivata seconda nella gara per l’assegnazione dell’evento). Ma questa diventerebbe una figuraccia mondiale e la seconda bocciatura politica dopo il No alla candidatura olimpica di Roma2024. E questo è l’aspetto più triste della vicenda, se dovesse finire negativamente. Non può essere infatti la politica a decidere se un investimento di profilo internazionale debba essere fatto o meno.
Eppure proprio questo sta succedendo visto che la Ryder Cup è diventata “ostaggio” di una opposizione talebana guidata dal M5S (insieme a Lega Nord, Sinistra Italiana, SEL e ad una parte della minoranza Dem).
Ostaggio, purtroppo, di una “guerra tra bande” in Parlamento, come oggi ho fatto notare in conferenza stampa. E questo non solo non è giusto, ma anche piuttosto vergognoso in un Paese che si considera moderno, civile e proiettato verso il futuro. Se la Ryder Cup non deve essere disputata è perché eventualmente si deve entrare nel “merito” della questione (cioè contestando i punti negativi, sempre che esistano), ma non può essere gettata nell’immondizia come un capo di vestiario vecchio solo per partito preso.
La Ryder Cup è nella top 5 degli eventi internazionali di sport. Ha una sua attrattività turistica certificata, ha un impatto economico valutabile (e lo ha fatto la KPMG Advisory) in oltre 500 milioni di euro. Non si capisce sinceramente perché ce ne dovremmo privare solo perché il M5S o la Lega Nord sono già in campagna elettorale ed è “cool” contrastare qualsiasi operazione promossa dal governo Renzi, oggi Gentiloni. Ci piacerebbe che qualcuno ce lo spiegasse in modo molto tranquillo, ma velocemente. Perché il 26 febbraio è dietro l’angolo. E gli organizzatori della Ryder Cup stanno già allertando gli iberici. Un regalo di Natale anzi tempo.
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