La “trottola” delle fideiussioni del calcio sta per fermarsi e farà rumore. Di Cintio (DCF legal) parla di grana in arrivo
Da diversi mesi c’è un “problema” che gira come una trottola senza mai fermarsi sul tavolo di qualcuno. Perché se si dovesse fermare (la trottola) si trasformerebbe in qualcosa di molto più complesso. E quindi c’è questo nuovo gioco, nel calcio italiano, che consiste nel farla volare di tavolo in tavolo, senza che però si fermi mai.
La trottola, nello specifico, è la “questione fideiussioni” dei club di calcio (iscritti soprattutto in serie C), come conditio sine qua non per iscriversi ai rispettivi campionati. Dopo la nascita del cosiddetto “caso Finworld” si è entrati in un ginepraio tipicamente italiano.
Perché chi ha presentato questa documentazione la ritiene comunque valida, essendo stata presentata quando la Finworld era “abilitata” a rilasciarla (oggi per la cronaca non lo è più). Ma la domanda è un’altra: c’è una disparità di trattamento tra chi ha presentato sin dall’inizio una fideiussione rispondente ad un istituto bancario di primario livello e chi, invece, si è affidato a società che in corso d’opera, come in questo caso, hanno perso l’abilitazione a rilasciare documenti così delicati oltre che importanti? Assolutamente.
Di questo tema, da diversi giorni, sta scrivendo sui social, Cesare Di Cintio (legale dello studio DCF di Bergamo – nella foto in primo piano), che ha una posizione molto severa al riguardo, ma è anche il soggetto che sta portando avanti, in Italia, una battaglia sul tema della “legalità”, che, forse, non a tutti fa piacere sia trattata con queste modalità. Di seguito il testo del post pubblicato su Linkedin.
Fideiussioni in Lega Pro, ormai è il caos totale. Solo la Reggina 1914 ha adempiuto a quanto aveva stabilito la Corte Federale d’Appello che, accogliendo i nostri ricorsi (di Rimini Football Club e A.S. Viterbese Castrense, con l’intervento di Pisachannel, Vis Pesaro 1898 e Imolese Calcio 1919), aveva fissato un termine di 10 giorni entro i quali Matera Calcio, A.C. Cuneo 1905, PRO Piacenza 1919 e Reggina appunto, avrebbero dovuto sostituire le fideiussioni Finworld. Termine che comunque la Corte non poteva introdurre poiché prerogativa del Consiglio Federale.
? Oggi succede che Matera, Cuneo e Pro Piacenza potrebbero fare ricorso al Collegio di Garanzia ritenendo illegittima la pronuncia della Corte Federale d’Appello e trovandosi – questo è paradossale – in una posizione processuale opposta rispetto alla Reggina. Se il CDG dovesse dar loro ragione, non scatterebbe nemmeno la sanzione prevista dal CU n° 59 del 30 agosto e alle società non verrebbero così comminati gli 8 punti di penalizzazione e i 350mila euro di multa. Oltretutto finirebbero il campionato senza produrre una fideiussione in linea con quanto richiesto dalla FIGC Federazione Italiana Giuoco Calcio. Esattamente come il caso Messina/Vibonese di due anni fa.
❗️ Si tratta di una questione che non può più essere posticipata. È da settembre che lo dico: è assurdo che la Figc abbia sempre sostenuto nel caso US Vibonese Calcio l’assenza di una norma che sanzioni il mancato deposito della fideiussione. Ed è assurdo che non abbia provveduto a risolvere la situazione a inizio stagione. Un club che non ha le carte in regola da questo punto di vista, non dovrebbe disputare né tantomeno terminare un campionato. Le eventuali penalizzazioni potrebbero arrivare a ridosso delle battute conclusive della stagione sportiva. Un’altra scomoda eredità della gestione commissariale. (fonte: Linkedin – avv. Cesare Di Cintio).
– nella foto al centro – il presidente della Lega Pro – Francesco Ghirelli – che sta seguendo da vicino la questione delle fideiussioni dei suoi club iscritti quest’anno al campionato di serie C.
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