L’altro Johann…Finisce la leggenda dell’immortale Neeskens, l’ultimo tulipano
(di Massimiliano Morelli)* – Quando muore un grande dello sport, la retorica spingerebbe il cronista a scrivere frasi banali e ripetitive, sulla scia di quanto pubblicato sui social, oppio del popolo al pari del calcio. Ma un genio del football come Johann Neeskens non merita tanta sciatteria. Anche se comunque risulta ispido raccontare d’un reuccio del calcio totale, quello dell’Olanda d’inizio anni Settanta nella quale Johann Crujff era luce e gli altri altrettanta radiazione luminosa.
Nessun comprimario, tutti sullo stesso piano in quella squadra di campioni che aveva nei due Johann attori da prima serata, da piazzare sui manifesti dello spettacolo alla stessa altezza, e con la stessa grandezza di carattere. Neeskens è stato il centrocampista universale per definizione, uno dei più importanti nella storia del dio pallone, attaccava e difendeva senza soluzione di continuità, e in qualche modo guidò l’onda olandese, di cui facevano parte elementi come Haan (Mondiale argentino del 1978, quello che “uccella” Zoff da distanza siderale), Van Hanegem, Rensenbrink, Rijsbergen, tutta gente alla quale era difficile dare un numero di maglia preciso, ma era obbligatorio dare la maglia.
E Ruud Krool, libero d’alta scuola e dai piedi buoni che in nazionale faceva il terzino. Al Mondiale del 1974 Neskeens segnò cinque gol, uno in apertura della finale persa contro la Germania padrona di casa (2-1). Poi, nazionale orange a parte, ha militato con Ajax, Barcellona e Cosmos, e vinse tutto quel che c’era da vincere. Tre Coppe dei Campioni, due campionati olandesi, due coppe nazionali, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa Uefa con i lancieri olandesi. Una Copa del Rey e una Coppa delle Coppe in terra catalana. Due campionati statunitensi, con maglie diverse, al crepuscolo d’una carriera straordinariamente unica. E nel giorno in cui passa a miglior vita, ci si rende conto che Johann Neeskens è “immortale”.
- giornalista sportivo e scrittore
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