L’arrivo di Conte e il parallelo con Motogp e F.1
«La relazione sponsor/squadra è costante, diretta, indispensabile racconta Simone Battistella, manager con esperienza internazionale, che assiste piloti di MotoGp
come Andrea Dovizioso e Alvaro Bautista -. Non solo lo sponsor paga, ma quando un team ingaggia un pilota si confronta prima con lui e’si valutano gli interessi comuni.
E normale, in una logica di mercato, capire se una scelta tecnica può fare l’interesse di un marchio, così come è normale, al contrario, che sia l’azienda a proporre
un suo nome alla Casa». Una cosa però è chiara: «Lo sponsor non ha mai contatti diretti con l’atleta spiega Carlo Pernat, ex manager di Valentino Rossi e Max Biaggi, oggi
con Andrea lannone -. Le fasi sono due: prima la Casa si accorda con lo sponsor, poi la Casa paga il pilota in base al budget ottenuto». Fuori restano gli elementi di negoziazione
«a parte» come i diritti di immagine o gli «accessori» (bibite energetiche e spazi su moto e tuta).
Lo sponsor è fondamentale nei team piccoli, ma serve anche inquelli grandi: quando la Ducati pensò di ingaggiare Valentino Rossi, la Philip Morris, suo storico sponsor, stanziò un extra budget per consentire l’operazione. Non chiedete mai, però, chi mette quanto. Come in Formula i, l’argomento è top secret. (fonte: Il Corriere della Sera)
Interessante analisi del “Corsera”, che ha cercato di spiegare come il contratto innovativo firmato da Antonio Conte in quota parte da FIGC e sponsor è la consuetudine nel mondo dei motori (MotoGp e F.1).
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