Il caso della trattativa A.s.Roma-George Soros, ha portato alla ribalta il peso (per alcuni strategico, per altri oppressivo) delle banche italiane nello sviluppo del calcio italiano. Nonostante le continue dichiarazioni di "neutralità" Unicredit sta avendo un ruolo fondamentale nel processo di vendita del club capitolino, nonostante che su molti giornali (soprattutto quelli sportivi) solo adesso lo si stia iniziando a intuire. In tempi non sospetti intervenni come direttore dell’agenzia su "Rete Sport", nella trasmissione radiofonica condotta da Max Leggeri e Stefano Petrucci, proprio sul tema della cessione della A.s. Roma. Alla domanda: "quando e come la famiglia Sensi venderà la Roma?" risposi in modo sincero: "Credo che sia più Unicredit a poter decidere quando e come sarà venduta la Roma" Non fosse altro perché c’è una esposizione molto forte (370 mln di euro) da parte di Italpetroli (controllante della società di Trigoria) sul sistema bancario e la stragrande maggioranza di questi debiti sono proprio nei confronti di Unicredit. A questo punto pure un cretino capirebbe che sarà Unicredit a dettare i tempi e le modalità della vendita, anche se "formalmente" questo non uscirà mai sui giornali, nè alcuno mai dirà che ciò è avvenuto. Una cosa è certa: a torto o a ragione il football tricolore è sempre più legato a filo doppio al mercato delle banche. Una colpa dei presidenti delle società di calcio, che hanno creduto di poter utilizzare i soldi di altri (le banche) a loro piacimento, e invece quei soldi sono solo degli istituti di credito e in molti casi bisogna anche restituirli (come avverrà per la Roma). * Direttore dell’Agenzia Stampa Sporteconomy.it