Le istituzioni unite nella lotta di contrasto al fenomeno del match fixing
Oggi la Sala Polifunzionale di Largo Chigi ha ospitato la presentazione degli strumenti attuativi realizzati per la lotta ai fenomeni di corruzione all’interno delle politiche dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri elaborate nel progetto “Anti Match-Fixing Formula”. Coordinato dall’Ufficio per lo Sport e cofinanziato dalla DG Home della Commissione Europea (Direzione Generale Affari Interni) il progetto è nato con l’obiettivo generale di sviluppare un modello pubblico-privato integrato a livello europeo per la prevenzione del fenomeno del match-fixing, attraverso la selezione di buone pratiche europee e nazionali, in grado di soddisfare e rafforzare l’attuale cooperazione.
Ad introdurre la conferenza il messaggio inviato dal Ministro per lo Sport Luca Lotti e letto dal Capo dell’Ufficio per lo Sport:
“Rivolgo il mio benvenuto e un caloroso saluto a tutti i presenti.
I lavori di questa due giorni internazionale sul Match fixing, che si sta per avviare, portano a compimento un progetto davvero importante e hanno il merito di porre all’attenzione spunti di grande rilievo nel perseguimento di una migliore comprensione e collaborazione sui temi proposti.
Chi ama lo sport rispetta le regole, il fair play e il gioco di squadra.
Per sua natura lo Sport non ammette storture, falsificazioni, inganni ed è uno degli antidoti più efficaci che abbiamo contro i crimini.
Ma se diviene oggetto di guadagno, se viene manipolato e deviato dalla sua vera funzione dalle organizzazioni criminali e da quanti vogliono trarne illeciti vantaggi si dà luogo a situazioni di corruzione diffusa.
Alle Istituzioni, come alle Società e alle Federazioni sportive e a tutti i soggetti coinvolti, spetta trovare e adottare le misure più valide per scongiurare tristi fenomeni che inquinano il mondo dello Sport.
Mi rammarico di non poter essere presente perché ritengo che appuntamenti come questo ci rendano tutti più consapevoli e siano preziosi ausili per progredire nel cammino legislativo e nelle diverse forme di cooperazione tra Nazioni che hanno come finalità la tutela dello sport.
Lo sport ha la straordinaria capacità di avvicinare Paesi, creare ponti e promuovere integrazione nelle comunità, contribuendo a ridurre tensioni e a generare il dialogo.
E anche questo meeting ne è una dimostrazione.
Auguro a tutti i partecipanti all’incontro due giornate di proficuo lavoro”.
A seguire, l’intervento di Luigivalerio Sant’Andrea, capo dell’Ufficio per lo sport:
Il progetto Anti Match-fixing Formula nasce nel 2016 su coordinamento dell’Ufficio per lo sport e cofinanziato dalla Commissione europea, con l’obiettivo di creare un modello condiviso a livello europeo di prevenzione e contrasto al Match-fixing. La realizzazione è avvenuta attraverso 4 passaggi: analisi qualitativa, istituzione di una “cooperation room” europea, avvio di una procedura di cooperazione integrata pubblico-privata e attivazione di un sistema innovativo di segnalazione protetta che coinvolge le Camere di Commercio. La formula integrata ha due obiettivi principali: prevenire l’utilizzo del mondo delle scommesse da parte di organizzazioni criminali, creando un ambiente consapevole che faciliti anche il compito delle forze dell’ordine e contrastare la possibilità da parte di questi soggetti di alimentare il mercato delle scommesse clandestine attraverso la cooperazione internazionale.
Colonnello Massimo Razzano, Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, Ministero dell’Interno
Questo progetto opera una importante rivoluzione nell’attività di protezione dell’integrità dello sport, uno dei temi principali affrontati nel piano adottato questa estate a Kazan, sotto l’egida dell’UNESCO.
L’Italia è stata anticipatrice sotto il profilo repressivo con l’emanazione della norma che prevede il reato di frode sportiva già nel 1989. Dal 2011, per decreto del Ministero dell’Interno è operativa l’Unità Informativa Scommesse Sportive (UISS) e la piattaforma nazionale di condivisione informazioni in materia di Match-fixing. È stato creato anche il Gruppo Investigativo Scommesse Sportive (GISS) con il compito di seguire le direttive UISS e svolgere indagini sul campo. Tutte le attività di indagine si basano sulle segnalazioni dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, il regolatore italiano scommesse. In questo progetto di realizzazione degli strumenti di contrasto alla corruzione si è inserito l’Ufficio per lo sport con l’Anti Match-fixing Formula.
Oggi la rete può usufruire di 115 punti di contatto nel mondo in oltre 75 Paesi ed Europol ha attivato un progetto di analisi focalizzato sulla correzione nello sport. Ad oggi sono 200 i soggetti segnalati da questa task force con 50 arresti effettuati. L’importanza della cooperazione internazionale riguarda non solo la polizia riguarda ma tutti gli attori coinvolti e l’adozione del sistema di segnalazione protetta è di pari importanza nel supporto alle attività investigative. Come Ministero dell’Interno siamo aperti alla cooperazione nazionale e internazionale e i momenti di incontro e discussione come quello odierno saranno in grado di migliorare e rafforzare i dispositivi di contrasto.
Caterina Gozzoli, Direttore ASAG – Università Cattolica del Sacro Cuore
L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano da anni approfondisce le tematiche dei rapporti fra sport e società in chiave di funzionalità dello sport rispetto alla qualità sociale. Dal 2011 abbiamo iniziato a collaborare con Transparency e altri attori sociali che ci hanno fornito una fotografia della situazione attuale. Sapevamo che il Match-fixing è un problema rilevante ed abbiamo potuto constatare che il fenomeno è connotato da una emozionalità fortissima. Sul tema c’era una grande varietà di sguardi da parte di diversi attori e analisti , con saperi molto importanti, ma tutti affrontavano il problema dalla loro prospettiva e ciascuno agiva a suo modo e nel suo mondo. Da qui è partito il nostro progetto, con l’obiettivo di provare a capire cosa fare insieme e gli strumenti operativi pensati si presentano dunque come un punto di partenza e ripartenza.
Damiano Tommasi, Presidente Associazione Italiana Calciatori
Sono tre i punti, contenuti nella convenzione di Macolin, sui quali come AIC stiamo spingendo molto: la limitazione o divieto della quotazione per gli eventi che coinvolgono i minori perché si mettono a rischio gli atleti; la limitazione o divieto di sponsorizzazione per limitare gli interessi economici, che crediamo sia una politica da adottare nel mondo dello sport a prescindere dalla convenzione; la confisca o il sequestro in caso di frode sportiva. Il match fixing mina lo sport e occorre mettere in atto azioni decise, partendo proprio dal senso di responsabilità di atleti e società sportive”.
Simone Farina, attualmente nello staff tecnico dell’Aston Villa, simbolo della lotta al calcio-scommesse, ha inviato un messaggio che è stato letto in conferenza:
“Ritengo che dal 2011 ad oggi siano stati fatti dei grandi passi in avanti in termini di prevenzione rispetto al fenomeno del Match fixing. Cio’ non significa che questa piaga endemica sia stata debellata completamente (chiaramente faccio riferimento alla fotografia del mercato del calcio mondiale). In linea generale la situazione è migliorata ma è chiaro che esistono ancora situazioni molto critiche (soprattutto in alcune aree geografiche).
Il lavoro svolto in questi anni con Interpol e, attualmente, con la Fifa mi ha portato a conoscere il fenomeno in modo più approfondito. Ho imparato per esempio che il Match fixing si diffonde solitamente attraverso organizzazioni criminali. È’ importante, pertanto, tenere molto alto il livello di attenzione e prevenzione. Solo partendo da una collaborazione continua tra i soggetti legali e istituzionali coinvolti si potrà arrivare a raggiungere risultati significativi di contrasto al fenomeno. Una ulteriore soluzione potrebbe essere la maggiore presenza dello sport nelle scuole. La diffusione di questi messaggi tra i giovani è centrale per ottenere risultati concreti nel futuro. Questi giovani infatti saranno, uomini e donne e/o atleti del futuro. Anche in Italia la Lega LNPB con cui collaboro, si sta muovendo, già da tempo, in questa direzione, puntando a fare formazione e prevenzione, soprattutto nei settori giovanili e delle prime squadre dei 22 club della Lega.
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