Le Mafie sono tra noi, a partire dallo Sport
“Non c’è settore, dalle costruzioni al turismo, dal commercio alla ristorazione, dal gioco d’azzardo legale allo Sport, in cui le imprese mafiose non abbiano investito”. E’ l’allarme gravissimo lanciato nei giorni scorsi dalla Commissione Parlamentare Antimafia nella Relazione sull’attività svolta nel corso della Legislatura (la XVII, ndr), chiedendo quindi di “calibrare gli strumenti di contrasto sulla base delle disfunzioni ravvisate in quei settori economici che risultano vulnerabili agli interessi imprenditoriali delle mafie”.
E per questo obiettivo la Commissione ha suggerito di “operare una distinzione tra economia illecita (es. contraffazione, contrabbando, truffe e frodi finanziarie, traffico di stupefacenti e di armi) ed economia lecita, distinguendo ulteriormente tra settori privati (es. finanza, commercio, immobili, import/export, grande distribuzione e agroalimentare, scommesse e sale da gioco) e pubblici (es. edilizia, appalti e infrastrutture, gestione rifiuti urbani, servizi e forniture alla sanità e alla pubblica amministrazioni)”.
La Commissione ha ricordato inoltre che le organizzazioni criminali – accanto ai settori di tradizionale interesse come edilizia, appalti, commercio e sanità – hanno preso a investire anche in “attività relativamente nuove”, come la “grande distribuzione commerciale, i settori dei rifiuti, delle energie rinnovabili, del turismo e delle scommesse e sale gioco, i servizi sociali e
dell’accoglienza dei migranti”.
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