Le “sirene” arabe per l’acquisto del brand Milan esistono realmente?
(di Carmelo Pennisi)* – Nel 2025 Gerry Cardinale e la sua “Red Bird” dovranno restituire al “Fondo Elliot” 665 milioni di dollari, interessi al 7% compresi, frutto di una operazione di “Vendor Loan” avvenuta tra la “Elliot Management Corporation”, nel 2022 proprietaria del Milan, escusso come pegno per il mancato rimborso del prestito concesso a Li Yonghong nel momento in cui compro’ nel 2017 dalla famiglia Berlusconi il club rossonero, e la “Red Bird“, in pratica un’operazione di credito avvenuta tra venditore e acquirente (un tipo di meccanismo finanziario simile, ma non uguale, al “leveraged buyout“).
Il club meneghino, al momento della vendita a Gerry Cardinale, nonostante avesse una valutazione reale di mercato di 600 milioni di euro, fu valutato e venduto a 1,2 milioni di euro, valutazione che lasciò alquanto perplessi molti analisti finanziari. Nessuno a chiedersi come sia stato possibile, per Elliot, ritrovarsi con una societa’ dal valore di piu’ di un miliardo per un mancato rimborso di un prestito da 300mln di euro.
Ora mentre ci si sta chiedendo come farà Cardinale a restituire la cifra monstre ad Elliot, ecco uscire l’ipotesi più in voga nell’Italia calcistica dell’ultimo decennio: in realtà Cardinale ed Elliot starebbero lavorando per cedere il Milan agli arabi, portando così in porto una operazione di “capital gain“ molto profittevole e che si realizzerebbe in soli tre anni. Anche la famiglia Friedkin, sul fronte Roma, è inseguita da voci che la vorrebbero sul punto di cedere il club capitolino agli arabi. A seguire le cronache del calcio italiano, sembrerebbe che gli arabi estraggano petrolio e gas naturale solo per comprarsi i nostri club.
Conoscendo abbastanza bene il mondo arabo, e non per “de relato”, posso dire una cosa quasi con granitica certezza: a meno di manovre geopolitiche sul Mediterraneo, di cui al momento non si vede nemmeno un inizio di abbrivio, escludo che un fondo arabo possa comprare un club di calcio italiano (se l’attuale Governo, come fece a suo tempo Sarkozy in Francia con il Paris Saint Germain, riuscisse favorirne l’impresa, saremmo in presenza di un capolavoro geopolitico con pochi precedenti nella storia del nostro Paese).
Forse sarebbe il momento di finirla con queste ipotesi, già ci fu la vicenda comica di quella (era il 2019) del Fondo Sovrano del Qatar in procinto di comprare il Napoli da Aurelio De Laurentiis, con annesso avvistamento dello yacht dell’emiro ancorato nel golfo di Napoli. Forse sarebbe il momento di tornare ad una informazione più seria e di approfondimento. Ma non ci spero molto.
* scrittore, giornalista sportivo, sceneggiatore in ambito cinematografico
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