Lega: l’idea del canale serie A e la storia infinita della torta dei diritti tv del calcio
Per il momento sembra che ci sia una calma apparente tra le “sette sorelle” (Juventus, Inter, Fiorentina, Roma, Sampdoria, Verona e Sassuolo), come sono state chiamate le società “ribelli” (rispetto al contratto in esclusiva fino al giugno 2016, tra Lega serie A ed Infront) e il resto del plotone, ma venerdì prossimo si tornerà a parlare di sviluppo del mercato dei diritti audiovisivi. I giornali hanno parlato di “vittoria politica” di Andrea Agnelli e della sua Juventus, nella realtà però non si capisce quale dovrebbe essere eventualmente (anche dopo una nuova gara/bando) l’alternativa all’advisor attuale. Si è parlato per esempio di IMG (colosso dello sports-marketing, ma soprattutto nel tennis e nello sport professionistico americano), ma al di là dei rumours su un suo possibile “spacchettamento” futuro a livello societario (e già questo dovrebbe far capire ai club di A che l’eventuale soluzione IMG potrebbe non dare le giuste garanzie soprattutto nel tempo), c’è da da chiedersi cosa potrebbe offrire in più questa nuova realtà al mercato del calcio italiano, se, alla fine, ogni volta che è stata indetta una gara (come all’inizio della legge Melandri), i manager del gruppo a stelle e strisce non sono mai riusciti (neppure per sbaglio) ad avvicinarsi alle offerte economiche del gruppo Infront e/o di MP&Silva. Parafrasando William Shakespeare “Molto rumore per nulla”, come al solito.
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