Anche i monaci buddisti sostengono il Leicester City, la squadra-favola della Premier league guidata da Claudio Ranieri (nella foto), che, oggi, all’Old Trafford di Manchester (ore 15.05 italiane in diretta su Fox Sports), potrebbe vincere uno storico titolo nazionale conquistando i tre punti sul rettangolo di gioco dei Red Devils. Altrimenti dovrà attendere domani il super match tra Chelsea e Tottenham (seconda dietro il Leicester City) nel cuore di Londra.

In Thailandia infatti è esplosa la Leicester-mania e i monaci si fanno ritrarre con lo stendardo dei Foxes, così come viene chiamata la squadra britannica o lanciano benedizioni prima delle gare ufficiali. Un fatto singolare, che, però, ha una sua ragione specifica: il club britannico è stato acquistato per 39 milioni di sterline nel 2010 da King Power, colosso del duty-free thailandese.

A distanza di appena sei anni, dopo essere risalita dalla Football Championship (l’equivalente della nostra serie B) ed aver rischiato appena un anno dopo di essere nuovamente retrocessa, oggi è ad un passo da un titolo inaspettato, forte anche di un fatturato in area 135 milioni di euro.

La presenza di magnati, sponsor e compagnie thai in Inghilterra, un mercato da 70 milioni di potenziali consumatori a livello continentale, è sempre più forte. Oltre a King Power nel doppio ruolo di sponsor di maglia e proprietario, c’è Chang (importante brand del settore brewery) sponsor della divisa dell’Everton FC dal 2004. Lo stesso Manchester City prima di finire in mani arabe ha avuto, nel 2007, una stagione “thai” per l’interessamento dell’ex primo ministro della Thailandia. Oltre al Leicester City, club di profilo più basso come lo Sheffield Wednesday (attualmente sesta nella seconda divisione del football britannico) e il Reading (16imo sempre in seconda divisione) sono partecipati da consorzi di matrice thailandese.

Una immagine del Leicester City, vincitore della seconda division inglese nel 2014