L’esperto Paolo Ciabattini sul tema del Fair play finanziario
In esclusiva a SportMediaset.it, ci ha rivelato che il PSG, al netto di Cavani, incorrerà sicuramente in sanzioni inflitte dalla Uefa. Chiarezza infine sulla situazione particolare del Monaco e sull’arrivo di Thohir all’Inter: il top player non sarà la diretta conseguenza.
E’ proprio così, non ricordo nessun altro che abbia detto che il PSG verrà sanzionato in maniera commisurata all’entità della violazione che a giudicare dal bilancio 2012 è evidente e netta. Anzi, come dice lei, ricordo moltissimi addetti ai lavori che hanno a più riprese quasi deriso il fair play finanziario sostenendo addirittura in alcuni casi la sua illegittimità dal punto di vista legale oltre a dichiarare di non comprenderne assolutamente né lo scopo né tantomeno la necessità. Tra pochi mesi come dice Platini, nel 2014, verranno prese delle decisioni e allora sapremo. Anche se devo dire che da quando il Malaga è stato squalificato per una stagione dalle competizioni europee per una violazione a mio modo di vedere meno grave in confronto al mancato rispetto della regola del pareggio di bilancio, mi sembra di cogliere qualche certezza in meno riguardo l’inapplicabilità della normativa. In fin dei conti, se anche Mourinho, che è l’allenatore che ha fatto spendere più soldi nella storia del calcio, si è dichiarato non solo d’accordo, ma addirittura molto stimolato dall’introduzione del Fair Play Finanziario, mancano da convincere soltanto i procuratori e gli sceicchi, i due estremi della catena.
Ma allora quale sarà la sorte di PSG e Monaco?
Sono per il momento due situazioni diverse anche se i punti in comune sono tanti. Il primo periodo di monitoraggio in riferimento alla break-even rule riguarda i bilanci 2012 e 2013 e avrà impatto in termini di sanzioni sulla stagione 2014-2015. In queste due anni, le perdite accumulate dal PSG saranno ingenti. Il bilancio del PSG 2012 ha evidenziato una leggera perdita di 5 milioni di euro grazie a 125 milioni di introiti inclusi nella voce altri ricavi provenienti da un contratto di sponsorizzazione con la Qatar Tourism Authority che è una parte correlata alla proprietà. Il contratto di 4 anni, dovrebbe garantire tra i 150 e i 200 milioni a stagione a seconda dei risultati sportivi raggiunti. La sponsorizzazione è stata firmata nell’esercizio in corso, il 2013, e quindi ha addirittura effetto retroattivo sull’esercizio 2012. La normativa del FPF finanziario prevede che in caso di sponsorizzazioni provenienti da parti correlate vale a dire da società collegate, controllate, controllanti o comunque che possono esercitare una certa influenza sulle decisioni del club, la sponsorizzazione venga considerata nel calcolo del risultato di bilancio ai fini del FPF, solo per la parte non eccedente il fair value, ossia il valore di mercato che in questo caso varrebbe molto, molto meno dei 200 milioni a stagione previsti. In definitiva, la perdita del PSG ai fini del FPF relativa all’esercizio che si è chiuso al 30 giugno 2012 potrebbe essere di 120 milioni di euro che al netto del costo degli stipendi dei contratti siglati prima del 1 giugno 2010 diventerebbero poco meno di 100 milioni.
Riguardo l’esercizio 2013, dobbiamo considerare che l’ultima faraonica campagna acquisti, caratterizzata dagli arrivi di Thiago Silva, Ibrahimovic, Lavezzi, e Lucas, con un investimento al netto delle cessioni pari a quasi 100 milioni, potrebbe comportare un impatto sul conto economico di circa almeno 60/70 milioni di euro che verrebbero però compensati dagli introiti provenienti dalla Champions e dalla parte della famosa sponsorizzazione che sarebbe compresa all’interno del fair value, 20/25 milioni massimo. Possiamo stimare che la perdita del 2013 potrebbe essere intorno ai 90/100 milioni. La perdita aggregata del primo periodo di monitoraggio sfiorerebbe i 200 milioni, più di 4 volte la massima perdita di 45 milioni consentita nel biennio.

La UEFA sanzionerà sicuramente il PSG.Se non sarà squalifica per una o più stagioni, dovrà comunque essere una sanzione commisurata al vantaggio competitivo che il PSG si è accaparrato sforando in maniera significativa la massima deviazione di 45 milioni consentita rispetto al pareggio di bilancio in riferimento al periodo di monitoraggio 2012-2013. Una sanzione efficace potrebbe essere quella di ridurre la rosa di giocatori utilizzabile nelle competizioni europee deducendo dalle perdite accumulate il costo degli stipendi dei giocatori esclusi dalle liste Uefa così da ricondurre la perdita aggregata del primo periodo di monitoraggio all’interno della massima deviazione consentita. Nel caso del PSG però l’applicazione di tale sanzione significherebbe non far giocare top player del calibro di Ibrahimovic, Tiago Silva e Lavezzi e comunque molto probabilmente non basterebbe. Nello stesso tempo i premi della UEFA di competenza del PSG, potrebbero essere ridistribuiti tra gli altri club così da ammorbidire le posizioni giustamente intransigenti di quelle società che invece stanno rispettando alla virgola la normativa.
Riguardo il Monaco, appena promosso il Ligue1, gli acquisti dispendiosi di Falcao, Rodriguez e Moutinho, per un totale di 130 milioni di euro solo di cartellini, impatteranno sul bilancio 2014 e quindi sul secondo periodo di monitoraggio che comprende il triennio che si riferisce agli esercizi 2012-13-14. Nel caso in cui le perdite del 2014 fossero molto ingenti come la campagna acquisti appena iniziata induce a pensare, la perdita del triennio supererà la massima deviazione consentita che è di 30 milioni i euro sull’intero periodo e quindi il Monaco verrà pesantemente sanzionato.
Ma molti sostengono che il Monaco non abbia l’obbligo di rispettare la normativa in quanto non parteciperà alle competizioni della stagione che va a cominciare.
Il Monaco in quanto non qualificato attualmente per partecipare alle competizioni europee, non ha ancora l’obbligo di rispettare l’altra importante regola che è quella dei debiti scaduti. Nel caso quest’anno riuscisse a qualificarsi per partecipare ad una competizione europea, parliamo quindi della stagione 14-15, ai fini della regola del pareggio di bilancio, conterebbero le perdite degli esercizi 2012 e 2013. Il risultato di bilancio dell’esercizio che è iniziato il primo luglio sarà come detto, fondamentale per determinare la perdita aggregata del secondo periodo di monitoraggio. Riassumendo, gliacquisiti clamorosi di Falcao e Co. potrebbero significare la squalifica del Monaco per la stagione 2015/2016.

L’Inter si dice verrà acquistata da Thohir. Finalmente nuovi soldi da investire nel calciomercato. Arrivera’ qualche top player?
No, anche se si sente dire spesso, non sarà così. Con la normativa UEFA,l’importanza della figura del mecenate si è notevolmente ridotta in quanto le perdite di bilancio dovranno essere limitate alla massima deviazione consentita rispetto al pareggio di bilancio. Quindi con o senza Thohir, il calciomercato dell’Inter sarà, vista anche la mancanza degli introiti derivanti dalla partecipazione alla Champions, molto orientata alla morigeratezza ed all’attenzione ai costi. Il mecenate avrà ancora un ruolo rilevante riguardo i costi virtuosi, vale a dire soprattutto quelli relativi alle infrastrutture. Thohir potrebbe significare uno stadio nuovo, ma anche con lo stadio nuovo, le risorse da investire continuerebbero ad essere limitate rispetto ad altri top club. La ricetta per i club italiani per riuscire a mantenersi competitivi rispetto agli altri top club che hanno al momento maggiori risorse a disposizione perché fatturano di più, sono la qualità del management, che vuol dire capacità di programmare, puntare alla crescita del settore giovanile, un sistema di scouting efficace e lo sviluppo delle infrastrutture, come ha fatto e sta facendo la Juventus con lo Juventus Stadium e con la cittadella che sorgerà nei prossimi anni alla Continassa.
Si parla sempre della necessità di nuove figure manageriali nel mondo dello sport, ma questo secondo molti necessario ricambio generazionale,sta realmente avvenendo secondo lei?
In realtà spesso la figura manageriale di riferimento del club è lo stesso mecenate e quindi non si può cambiare. Per il resto, si parla della necessità di ricambio generazionale della classe dirigente nelle istituzioni del mondo dello sport e nel calcio in particolare, ma in realtà mi pare che le facce che girano siano più o meno sempre le stesse. Questo però avviene un po’ in tutti i settori dell’economia. Siamo in Italia, non c’è da stupirsi. E’ colpa di quella colla speciale.
Cosa non le piace dello sport e del calcio oggi?
Personalismi, scarsa programmazione e poca trasparenza.
Cosa invidia ai dirigenti del mondo del calcio?
Due cose soprattutto: primo, poter conciliare la passione con la professione e secondo, ma questo prima dell’avvento del fair play finanziario, poter presentare per più anni bilanci negativi nemmeno giustificati dai risultati sportivi raggiunti.
In altri settori privati, con certi risultati si va a casa.
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