Lettera aperta al Presidente dell’AS Roma, James Pallotta
Gentile Presidente,
Questa nostra vuole essere una lettera per capire lo stato in cui si trova oggi la Società calcistica della Capitale. Tralasceremo, volutamente, tutti gli aspetti tecnici legati all’AS Roma, tutti i processi che, da ieri, si sono sollevati contro l’allenatore, i giocatori e il Direttore Sportivo (Walter Sabatini). Ci concentreremo più sulle domande dall’indirizzo imprenditoriale, finanziario e organizzativo a cui speriamo ricevere risposta.
Dal 2011 ad oggi, passando per l’agosto 2014 quando diventa proprietario di maggioranza dell’ AS Roma, non si sono registrati successi né sono stati raggiunti traguardi sportivi di rilievo; è doveroso quindi chiedersi che fine ha fatto il progetto presentato al suo ingresso nel club come proprietario e Presidente.
Se non ricordiamo male, il 15 aprile del 2011, Lei fece queste dichiarazioni: “So quanto siano pazzi i tifosi romanisti, ma sono preparato: voi non sapete quanto sono pazzo io”, inoltre il 16 aprile si lasciò andare sulle note dell’entusiasmo con “costruiremo una squadra vincente e presto campione”. Sono passati cinque anni abbondanti e onestamente non si vede alcun miglioramento a livello organizzativo e progettuale, oltre all’assenza di risultati.
Un progetto vincente si fonda su alcuni pilastri fondamentali: Organizzazione (leva sul middle management, accurata scelta del top management, pianificazione della gestione e dei controlli societari) Strumenti (pianificazione e azione sulle strategie di mercato, flessibilità ai cambiamenti, innovazione contrattuale verso i giocatori) Obiettivi (di breve, medio e lungo periodo, sia dal punto di vista tecnico che societario).
Tutto ciò sarà pure stato analizzato all’interno della AS Roma, ma non riusciamo (e non solo noi) a riscontrarlo in virtù del nulla raccolto dalla società in questi anni (continui cambiamenti dello staff tecnico, un mercato giocatori troppo smesso mirato alla ricerca delle plusvalenze, piuttosto che a creare uno zoccolo duro di giocatori capaci di trainare la squadra verso un unico obiettivo, continui cambiamenti di manager strategici).
Tema Stadio: quali certezze tangibili ci sono sul fatto che a marzo 2017 si metterà la prima pietra per la costruzione del nuovo impianto nella zona ex Tor di Valle?
Perché non si è mai risposto alla lettera aperta dell’M5S del 5 maggio 2015, dove si dichiaravano favorevoli allo Stadio nella zona Flaminio nel rispetto delle leggi sugli stadi e a tutela del selvaggio modo di costruire zone residenziali che negli ultimi 40 anni hanno devastato la città di Roma?
Una premessa doverosa sullo stadio Flaminio (nella foto una partita di alcuni anni fa del Six Nations di rugby dove ha giocato l’Italrugby), da tempo ridotto ad erbacce. La zona infatti si trova ad un passo dal cuore di Roma, in un’area già urbanizzata, ben collegata e dove, quindi, l’intervento avrebbe un impatto urbanistico minimo e dove, allo stesso tempo, si avrebbero le stesse identiche opportunità di fare uno stadio futuristico, altamente tecnologico e digitalizzato.
Altro vantaggio è che la zona del Flaminio è facilmente raggiungibile da tutti, senza ulteriori shock in termini di urbanizzazione, trasporti e viabilità (si pensi alla vicinanza della tangenziale e della metro A), oltre che di un prestigio pazzesco per la storia che porta con sè.
Il progetto Tor di Valle si fonda su dei lavori molto lunghi e con iter burocratico apparentemente verso la conclusione, ma in realtà ancora tutto da vedere. Lavori che, peraltro, e ci corregga se scriviamo un’inesattezza, prevedono prima un intervento urbanistico nettamente più invasivo, con importanti interventi strutturali per la fruibilità dello stadio che dovranno essere fatti ed ultimati prima dello Stadio stesso con un costo complessivo che sfiora i 300 milioni di euro. Traduciamo il tutto in: il Progetto Tor di Valle, anche se un progetto ideato e creato con tanta professionalità e amore verso i romani e verso la città in una zona in degrado totale, evidenzia delle problematiche tecniche rispetto ad una realizzazione nell’attuale zona dello Stadio Flaminio, quali:
• maggiori costi urbanistici a cui vanno aggiunti ulteriori costi per la realizzazione della parte edilizia residenziale (dove oggettivamente non vediamo perché Lei e la Società as Roma vi dovete accollare questo ulteriore sforzo ed impegno). Si è passati da un costo complessivo stimato il 26 marzo 2014, meno di 1 miliardo di euro totali, ad un costo complessivo stimato pochi mesi fa (30 maggio 2016 – da fonte il Sole 24 ore) di circa 1.615 milioni di euro.
• Tempi decisamente più lunghi che dubitiamo possano essere rispettati secondo quanto dichiarato la scorsa settimana su una ipotetica inaugurazione per il campionato di calcio 2019/20. Tempi dove le ricordiamo anche qui alcune dichiarazioni sue e di Italo Zanzi (ex ceo AS Roma) alla presentazione del 26 marzo 2014: “Siamo entusiasti di come le cose stanno procedendo. Secondo noi il progetto del nuovo Stadio sta andando secondo i piani. Per il momento rimaniamo concentrati sul design e su ciò che lo circonda.”…..”Un progetto che identificherà l’amore verso la città, verso i tifosi e questi colori”….”siamo convinti che il nostro capitano sarà il primo ad entrare sul nuovo campo da gioco nella stagione 2017”….
• Le ricordiamo che oggi è il 25 agosto 2016 e non c’è un barattolo di calcestruzzo aperto su questo stadio. Aggiungiamo che il 28 agosto sarà inviata dal Comune la documentazione in Regione per la conferenza dei servizi. E anche qui ci sarà da attendere prima di un ok definitivo all’avvio dei lavori.
All’incontro con la FIGC e il CONI l’on. Alessandro Di Battista (M5S) le ha rinnovato la proposta: favorevoli al nuovo stadio ma senza speculazioni edilizie perché non realizza lo stadio della Roma al Flaminio? L’M5S è favorevole e darà il suo pieno appoggio a quanto pare. Alla luce dell’analisi di cui sopra perché no Presidente Pallotta?
Ci perdoni l’ulteriore domanda : se per qualsiasi intoppo burocratico o politico lo Stadio non si facesse nei tempi da lei auspicati, se rimanesse tutto bloccato a data da destinare, lei Presidente Pallotta continuerebbe sempre a guidare l’AS Roma?
Vede le abbiamo rivolto questa domanda perché fondamentalmente siamo curiosi di sapere se esiste o meno un progetto sulla Roma e sui tifosi giallorossi, che, dall’altra sera, vagano in una profonda oscurità delle tenebre per l’eliminazione nei preliminari di UCL e che si ritrovano improvvisamente a fare i conti con i fantasmi del fair play finanziario (cui sono peraltro soggetti tutti i club che ambiscono ad essere presenti in Europa), della perdita dei diritti derivanti dalla partecipazione alla Uefa Champions league, della chiusura del mercato in entrata e delle rinnovate sirene del mercato in uscita per i Big.
Ha destato stupore tra i tifosi e non, la sua assenza allo stadio in una partita cruciale, strategica e attesa per 8 mesi (Spalletti) così come le dichiarazioni sull’arbitraggio, come se non fosse stato chiaro a tutti che il problema è mentale, psicologico, di approccio alla partita, perché all’interno della squadra manca uno zoccolo duro che faccia da collante nei momenti difficili.
Questo è cio che soffre oggi la Roma, caro Presidente. Guardi ad esempio cosa ha fatto la dirigenza bianconera negli ultimi 7 anni post Calciopoli. Hanno costruito uno stadio che, ad oggi, a conti fatt,i rappresenta un delle principali voci di revenue della Juventus FC, hanno rinforzato una squadra partendo da uno zoccolo duro e se ieri Pirlo Tevez e Vidal e oggi il top player francese Paul Pogba è partito destinazione Manchester United senza nessun dramma, il gruppo resta e si trovano le alternative di qualità.
Se decide di andare avanti lei deve “rifondare” società e squadra. Siamo in presenza di una vera e propria débâcle che pesa sui conti e sull’immagine del club. Dallo «spareggio» con lo Slovan Bratislava dell’agosto 2011 a quello di martedì sera con il Porto, sono cambiati presidenti, allenatori e calciatori.. A breve arriverà a Trigoria l’ennesimo dirigente, Umberto Gandini ex braccio destro al Milan di Adriano Galliani. Professionalità ed esperienza sono i suoi fiori all’occhiello ed è molto considerato anche a livello Uefa. Sarà il suo nuovo riferimento in Italia insieme al DG Mauro Baldissoni (nella foto a sinistra accanto all’allenatore Luciano Spalletti nella scorsa stagione).
Concludiamo chiedendole se si rende conto che la distanza geografica che separa Lei dalla società è la stessa distanza che si è creata in questi anni tra la Roma e la mentalità vincente di un grande Club.
Buon lavoro.
Massimo Lucchese (condirettore agenzia Sporteconomy)
1 Comment
La Roma merita un allenatore vincente e competitivo
merita Conte. Percè al Napoli Ancelotti
e alla Roma non Conte?
poi merita lo stadio proprio per i tifosi che ha, lo merita anche la città.
Città e sport devono stare al vertice
Auguri