L’ex Assessore allo Sport Cochi innocente per l’area rugby del Tre Fontane
E’ stata ufficializzata l’archiviazione del procedimento penale riguardante l’area rugby del Tre Fontane. Nel corso dell’udienza del giorno 24.3.2016, difeso dagli avvocati Pietro Pomanti e Maurizio Teti, l’ex Alessandro Cochi (Delegato allo sport nella Giunta Alemanno) ha ribadito la sua assoluta correttezza ed il giudice monocratico, sciogliendo la riserva, ha archiviato il procedimento a suo carico.
Lo rende noto, in un comunicato, Alessandro Cochi, Delegato di Roma Capitale per lo Sport della Giunta Gianni Alemanno.
«Il Gip del Tribunale di Roma – ha dichiarato Cochi – dopo un’attenta analisi iniziata nel lontano 2012, ha accertato che non è stato commesso alcun reato nella concessione temporanea dell’impianto del Tre Fontane: la denuncia di parte, invece, tendeva a evidenziare un presunto comportamento non corretto da parte della passata Amministrazione nell’assegnare il campo a una società di rugby, piuttosto che a un’altra. Per una logica legata alla promozione dello sport pluridisciplinare, è stata nostra volontà che il Tre Fontane non interrompesse la sua attività, soprattutto per i più giovani, dopo anche il fallimento, in quell’impianto, della società sportiva ‘Rugby Roma Olimpic’ lì dai tempi della Giunta Veltroni. Dispiace vedere che, anche oggi, nei campi da rugby abbiano fatto la loro comparsa anche porte da calcio e che, proprio con gli attuali concessionari (tra cui risulterebbero alcuni degli estensori della denuncia, ora archiviata), siano orientati principalmente verso il calcio, disciplina sicuramente più mediatica e redditizia. Più in generale, da circa tre anni lo Sport nella Capitale (soprattutto di base, quello per tutti, nel centro come nelle periferie), è stato pressoché abbandonato, se non per quanto riguarda l’ancora troppo poco partecipato progetto di ‘Roma 2024‘. Un altro tema, oltre quello complessivo del rilancio dello Sport nella nostra città, che dovrà essere assolutamente affrontato dalla nuova Giunta e dall’Assemblea Capitolina dopo il voto di giugno».
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