L’IMPATTO COVID-19 SUL CALCIO E SULLA TELEVISIONE SPAGNOLA
(di Linda Zanoni) – L’emergenza internazionale ha colpito duramente l’industria calcistica spagnola e, conseguentemente, anche le tv a pagamento. Gli operatori si ritrovano pertanto a dover gestire la “fuga” di abbonati o la richiesta di sconti per i pacchetti di cui la clientela usufruisce.
LaLiga (il massimo campionato spagnolo) prevede che, nel caso di sospensione della competizione fino al stagione, la perdita si aggirerebbe intorno a 678,4 milioni di euro. Questi sarebbero così suddivisi: 41,4 milioni di euro per la vendita dei biglietti, 88 mln per gli abbonamenti e circa 549 mln per i diritti televisivi.
Dallo studio condotto da Javier Tebas si stima che i club maggiormente colpiti in questa situazione siano il Real Madrid e il Barcellona, ciascuno con perdite che possono toccare il picco di 160 milioni di euro.
Secondo il quotidiano spagnolo “AS”, se non dovesse riprendere LaLiga, i club perderebbero i già citati 549 milioni di euro a fronte dei 1.915 che prevedevano di fatturare con i diritti televisivi (il 57% dai diritti nazionali, il restante da quelli internazionali).
I più colpiti, stando a quanto riportato dal quotidiano spagnolo, sono Movistar e Orange, le emittenti che offrono per intero il pacchetto calcio. Di fronte all’emergenza Coronavirus, le due emittenti stanno proponendo delle soluzioni: “Al momento con partner come LaLiga stiamo lavorando per offrire contenuti, come la parte di eSports o quella di contenuto storico (valutando scenari per l’eventuale ritorno della competizione)”.
In merito alla tematica, è intervenuto anche il portavoce dell’Associazione FACUA-Consumidores en Acción, Rubén Sánchez: “Se un pacchetto aveva un prezzo più alto per il calcio, i clienti potrebbero richiedere la differenza”. Per FACUA, infatti, in questo specifico caso, il cliente potrebbe sporgere reclamo perché la sua richiesta rientrerebbe nel testo della Legge Generale per la difesa dei consumatori (Real Decreto Legislativo 1/2007).
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