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L’Italia si prepara per RIO2016, provando a sfidare i colossi mondiali dell’economia (sportiva)

Seconda puntata sull’analisi del medagliere olimpico in chiave economico-sportiva, come analizzato da un team di lavoro dell’Accademia Nazionale Maestri dello Sport (ANMS). Di seguito l’analisi:

Una immagine di una pubblicità di ItaliaTeam in vista dei Giochi di Rio2016

Una immagine di una pubblicità di ItaliaTeam in vista dei Giochi di Rio2016

Il “medagliere olimpico” è il riferimento più utilizzato, al termine di ogni Olimpiade, per leggere i risultati ottenuti dai Paesi che hanno partecipato e ottenuto medaglie.

Anche se di grande impatto mediatico e di facile comprensione, il piazzamento nel medagliere valuta essenzialmente un solo dato: il numero delle medaglie d’oro. Un’importanza relativa viene data alle medaglie d’argento e di bronzo e al numero totale delle medaglie.

Questa classifica è spesso utilizzata per formulare giudizi comparativi su aspetti non solo sportivi ma anche sociali, economici e organizzativi su Paesi, Comitati Olimpici e FSN. Anche se il dato che definisce la classifica è estremamente oggettivo, qualche dubbio sorge sulla sua limitata possibilità di dare indicazioni su aspetti che vanno oltre il fatto di “chi ha vinto più medaglie d’oro”!

Questa simulazione sulle Olimpiadi di Londra, in attesa dei risultati di Rio, mette in correlazione alcuni parametri con le medaglie ottenute, i cui risultati possano in qualche modo darci una visuale più ampia che ci permetta di fare una comparazione più completa.

Come nella precedente analisi (puntata n.1), il dato preso in considerazione, ovvero il totale delle medaglie vinte, andrebbe sostituito considerando i primi otto posti (ovvero quelli collegati all’ingresso in finale da parte degli atleti olimpici, al di là del risultato al termine della gara) delle varie specialità.

La simulazione riguarda:

  • GLI ABITANTI (Popolazione) PER MEDAGLIA
  • L’INDICE “ PRODOTTO INTERNO LORDO PER MEDAGLIA”
  • L’INDICE “ REDDITO PRO-CAPITE PER MEDAGLIA”

Le fonti utilizzate sono: il FMI, l’ONU, il CIO, il CONI, l’ISTAT. Per i dati di difficile reperimento ci si limita alla loro menzione.

grafico 1

Rio2Grafico1

Il Rapporto tra il numero di Abitanti e le Medaglie vinte

(i dati delle medaglie vinte si riferiscono ai Giochi Olimpici di Londra 2012)

Come si puo’ notare la Cina non appare nel grafico, non è una dimenticanza, ma è il suo rapporto “abitanti/medaglie” che è fuori scala: una medaglia per ogni 16.000.000 di abitanti.

Con questo rapporto occupa uno tra gli ultimissimi posti, tra le 86 Nazioni vincitrici di medaglie, insieme con India e Pakistan.

Anche in questa osservazione, come in tante altre, l’Italia è molto vicina a Francia, Germania e Corea del Sud, con l’aggiunta di Russia e Germania, con un rapporto intorno a 1/2.000.000: che sia questo il limite fisiologico dei Paesi-Nazioni, che, abitualmente, sono nelle prime 10 del medagliere?

Non possiamo dare a questa classifica un significato di “Livello di Sportività del Paese”, perché servirebbe l’incrocio con altri parametri. Ad esempio correlare con le medaglie il numero dei ”Praticanti Agonistici” o anche valutare tutti e quattro i Giochi Olimpici di un quadriennio (due estivi e due invernali).

grafico 2

Il Rapporto tra il Prodotto Interno Lordo (PIL) e le Medaglie vinte

Rio2Grafico2

Di sicuro sarebbe più significativo mettere in relazione al posto del PIL il totale degli investimenti di un Paese nello sport, ma questo dato è difficile da trovare anche per l’Italia.

Abbiamo, perciò, ipotizzato che le percentuali di PIL destinate allo sport siano omogenee, anche se sappiamo bene che così non è.

Proviamo a ricostruire, con titoli e numeri, la provenienza e la consistenza delle risorse che concorrono alla realizzazione dei risultati Olimpici in Italia.

Possiamo dividere l’analisi in due blocchi:

  • il primo riguarda l’attività sportiva di base.
  • il secondo l’attività sportiva di vertice.

Le risorse del primo blocco provengono da:

  • Circa 1.000.000 di volontari
  • 000 societa’ sportive
  • Un numero indefinito, ma grande, di famiglie che sostengono le spese sportive dei propri figli

Questi sono i tre principali “contribuenti” al sostegno dell’attività sportiva di base, dalla quale emergeranno i futuri Olimpionici.

Anche lo Stato partecipa, ma in quota marginale.

Quantificare la somma degli interventi è pressoché impossibile, ma è molto probabile che si tratti di una cifra a 10 zeri!

Nel secondo blocco, cioe’ dal momento in cui l’atleta entra nel giro delle squadre nazionali, intervengono:

  • Il C.O.N.I, che sicuramente è il più impegnato
  • Le Forze Armate, attraverso i Gruppi Sportivi Militari
  • Le FSN, almeno quelle con piu’ risorse
  • I privati, ma solo in alcune discipline e con interventi ridotti

Qui non sarebbe difficile fare una sommatoria, ma il confronto tra gli investimenti nel primo blocco, per la quasi totalità privati, e quelli del secondo blocco, praticamente tutti pubblici, sarebbe di gran lunga sbilanciato a favore dei primi e non di poco: un rapporto di 20 a 1 non ci stupirebbe.

grafico 3

Il Rapporto Reddito Pro Capite e le Medaglie vinte

Rio2Grafico3

Sulla base di quanto detto sopra non potevamo esimerci dal dare uno sguardo a questo rapporto. Anche se si tratta di una media, ci sembra logico pensare che più è alta la capacità economica di un singolo cittadino più c’è la possibilità di iniziare a praticare uno sport prima dell’intervento delle strutture governative.

(I dati esposti sono del FMI del 2014 e le medaglie di Londra 2012)

 

Osservazioni:

Le prime due posizioni e la sesta sono occupate da Cina, Russia e Cuba. Indubbiamente, un basso reddito procapite e un alto numero di medaglie hanno dato questo risultato, ma crediamo sia scontato che in questi Paesi vi sia un intervento dello Stato a tutti i livelli di attività sportiva di gran lunga superiore a quello di altri paesi.

Come spesso si nota Italia, Germania, Francia e Corea del Sud sono molto vicine in classifica.

La sintesi della prima puntata “Rio si avvicina” ideata dall’Accademia Nazionle Maestri dello Sport

 

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Marcel Vulpis

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