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L’Italnuoto lascia Tokyo 2020 con sei medaglie. Barelli lancia un monito al Governo sui fondi per lo sport

L’Italnuoto lascia la 32esima edizione dei Giochi Olimpici di Tokyo aggiornando, ancora una volta, i suoi record con due argenti (Gregorio Paltrinieri negli 800 e la 4×100 stile libero maschile – nella foto sotto) e 4 bronzi (Nicolò Martinenghi nei 100 rana, Federico Burdisso nei 200 farfalla, Simona Quadarella negli 800 e la 4×100 mista), per un totale di 6 medaglie a cinque cerchi; raddoppiato il numero rispetto a Rio 2016 (1-0-2), quattro in più di Pechino 2008 (1-1-0); eguagliando lo storico medagliere di Sydney 2000 (3-1-2) che rimane l’edizione dei Giochi con più ori. Gli azzurri hanno registrato 19 presenze gara in finale e migliorato 13 primati personali e 8 record italiani. Nel medagliere si finisce all’undicesimo posto, dominano gli Stati Uniti (11-10-9), seguiti da Australia (9-3-8) e Gran Bretagna (4-3-1), ma al quarto per numero di medaglie.

Il bilancio del presidente Paolo Barelli (nella foto in primo piano). “Sei medaglie erano difficili da pronosticare. Noi conoscevamo le difficoltà che avrebbero incontrato Gregorio Paltrinieri e Simona Quadarella; le loro medaglie sono un piccolo miracolo che hanno costruito con talento e personalità. Il nostro è un bilancio molto lusinghiero. Abbiamo delle punte giovani che sbocceranno definitivamente a breve, ma che già hanno mostrato cose importanti. Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso così come Benedetta Pilato sono ragazzi di gran classe, che stanno crescendo molto. Alessandro Miressi sta maturando ed è costantemente tra i migliori al mondo. La Federnuoto non ha nessun segreto. Questi risultati sono il frutto del lavoro svolto dalle società e dai nostri tecnici. Noi non abbiamo tanti fenomeni come altre potenze, come Stati Uniti, Australia, Cina, Russia; ma siamo in grado di gestire al meglio i nostri talenti e la loro preparazione attraverso sinergie pianificate dallo staff tecnico-federale con allenatori e dirigenti delle società di appartenenza. La squadra ha dato dimostrazione di solidità e compattezza, peccato per qualche quarto posto di troppo, ma ci sta. Federica Pellegrini merita un capitolo a parte. E’ un’atleta straordinaria che ha portato lustro al nuoto e allo sport italiano per 17 anni con prestigiosi successi che si sono trasformati in eccezionale veicolo di promozione e diffusione. A me piacerebbe che partecipasse agli Europei di Roma 2022 nel suo Stadio del Nuoto; se così non fosse la federazione sarà sempre disponibile per parlare di un futuro insieme fuori dalla piscina. Sarebbe un’ambasciatrice perfetta.

Ci tengo comunque a sottolineare che questi risultati non devono e non possono coprire le enormi difficoltà che affrontano quotidianamente le società che sono artefici della pratica motoria in Italia. E’ fondamentale ricordare che senza contributi veri da parte dello Stato agli impianti, alle società, queste medaglie e questi successi non si vedranno più. Negli ultimi 18 mesi le società hanno compiuto enormi sacrifici economici e organizzativi per consentire ai nostri campioni di allenarsi; ma dietro di loro ci sono milioni di italiani che non vanno più in piscina, dai bambini agli anziani. Per consentire a società e impianti di restare aperti non basterà l’elemosina. Deve esserci una strategia economica per sostenere lo Sport, perché in Italia lo sport è possibile solo grazie alle società. Stiamo rischiando di perdere una generazione di atleti e di crescere i nostri ragazzi sul divano. Senza la base non possono nascere i campioni che fanno esultare ed emozionare. In questo periodo ho ascoltato tante chiacchiere. Mi aspetto concretezza”.

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Redazione

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