L’UEFA prova a premiarci (almeno per un anno) nella nuova Champions league
A partire dalla stagione Champions League 2018-19 (quindi tra due anni), l’Uefa lancerà un nuovo format del più importante torneo continentale per club. L’Italia avrà quattro squadre tutte iscritte alla fase a gironi. Un fatto positivo rispetto alle 2 (attuali) con accesso diretto più la terza iscritta ai preliminari (nelle ultime stagioni non abbiamo mai come Paese sfruttato questa opportunità). Nell’attuale stagione infatti Juve (vincitrice del titolo nazionale) e Napoli (arrivato secondo) sono entrati direttamente nella fase a 32 di Champions, la Roma invece è stata eliminata nell’ultimo preliminare in casa dal Porto (ultimo avversario della Juventus qualificata ai quarti).
Il 4° posto in campionato pertanto può valere, in chiave futura, quanto il secondo. Questo beneficio di partenza assegnatoci dall’Uefa dovrà però essere difeso e tutelato con i risultati conquistati nelle coppe. Già dal 2019/2020 in caso di cattive performance sportive dei 4 club di Champions e di quelli che saranno inseriti nella Europa league (3 di cui 2 nella fase diretta e la terza nei preliminari), si potrebbe tornare a 3 club iscritti.
La nuova formula: fase finale a 32 squadre; 8 gruppi da 4; le prime 2 che si qualificano agli ottavi con le quali parte l’eliminazione diretta. Quello che cambia sono i criteri d’accesso. Alle prime 4 nazioni del ranking (al momento Spagna, Germania, Inghilterra e Italia) sono riconosciuti 4 posti (le prime 4 del campionato). In breve, 16 finaliste su 32 (il 50%) arrivano dalle leghe top. Il valore di preliminari e playoff è molto ridotto. In totale saranno 26 le squadre direttamente ai gruppi. Dai playoff ne arriveranno soltanto 6: 4 dalla parte del tabellone dei campioni, 2 da quello dei cosiddetti non campioni.
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