Punto e a Capo

“Ma le maglie della Roma non dovevano costare poco?”

Il tempo è galantuomo. “Sempre!”, amava dire un noto giornalista italiano. E così qualche giorno fa al Football Corner del Leonardo da Vinci (uno shop all’interno del terminal “B” di Fiumicino specializzato in prodotti di calcio) mi sono imbattuto nella nuova maglia della A.s. Roma per la stagione 2007/08. Praticamente la replica che è stata venduta e distribuita sull’intero territorio nazionale. Replica prodotta chiaramente dalla Kappa (brand del portfolio BasicNet). Il prodotto, sotto il profilo del design e della qualità del tessuto, non si discute. Io per primo sono un appassionato di capi Kappa. Insieme ad Adidas comprerei solo questi in tutto il mondo. Però quando poi sono andato a controllare il prezzo della maglia giallorossa mi sono accorto che non era molto “cheap”. Ma come non si era detto che i signori della Legea (marchio che ha cercato di chiudere il contratto con l’A.s. Roma fino all’ultimo) avrebbero fatto pagare non più di 65 euro e qui, invece, siamo già ad 80 euro per una replica di Totti e soci (quanto per una maglia del Milan o della Juve, prodotte rispettivamente da Adidas e Nike).


La domanda che faccio in stile “Grillo” ai soloni di alcune radio romane che, poi, hanno beatificato l’ingresso di Kappa o agli stessi tifosi che schifavano il marchio campano neppure fossero “Leghisti”: adesso siete veramente contenti di spendere 80 euro per una maglia? Contenti Voi! Noi rimaniamo dell’idea che un grande marchio come Kappa, uno dei pochi internazionali, seppur italiano, dovrebbe non superare i 65 euro (com’era stata la promessa del management Legea in tempi non sospetti). Mi chiedo se poi, alla fine, questi accordi (anche tormentati, come è stato quello tra As Roma-Kappa-Legea, prima di arrivare alla firma definitiva) non lo stiano, in quota parte, pagando gli stessi tifosi. Ma si sa dove c’è la fede non si guarda al prezzo (anche se alto!). Sul fronte del design agli “amici” della Kappa non possiamo fare che i complimenti. Il prodotto di quest’anno è spettacolare, ma sempre troppo caro come “price”. E siccome la critica rientra, per ora, ancora, nella libertà di stampa la esercitiamo, come è giusto che sia.


* Direttore dell’Agenzia stampa Sporteconomy.it

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Marcel Vulpis

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