Malago’ libero e Frattini stopper della FIN
(di Gianni Bondini) Giovanni Malagò delle “fatture del nuoto” ha parlato in Giunta e ha inviato gli atti alla magistratura come presidente del Coni e non come numero uno dell’Aniene. Ne aveva il pieno potere. Quindi la Disciplinare e poi al Commissione d’Appello Fin non avevano titolo per giudicare il presidente del loro presidente federale.
Paolo Barelli, che s’è sentito accusato ingiustamente da Malagò non l’ha presa bene. Ma era inevitabile. Buon senso e codice di giustizia sportiva alla mano. Se poi qualcuno chiedesse se le fatture Fin, al centro della contesa, sono da reato può rispondere solo il Gip.
Nessuno lo anticipi. La decisione sportivamente inappellabile, dice che: “Il Collegio di Garanzia dello Sport, nel giudizio presentato da parte di Giovanni Malagò contro la Federazione Italiana Nuoto per l’annullamento e/o la riforma della decisione assunta dalla Commissione D’appello Federale della Federazione Italiana Nuoto – FIN, con la quale, in parziale riforma della decisione del 29 settembre 2014 della Commissione Disciplinare FIN, era stata comminata a Malagò la sanzione sportiva della sospensione da ogni attività sociale e federale per otto mesi, accoglie il ricorso (dell’ avvocato Guido Valori) e, per l’effetto, annulla la sanzione di cui alla decisione impugnata. Condanna la Fin al pagamento delle spese del procedimento, liquidate complessivamente in euro 2.500,00 oltre al versamento dei diritti amministrativi.
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