Marino “accoltellato”: 26 nomi ed un unico mandante
E’ ufficiale. Ignazio Marino, dopo due anni e mezzo, non è più sindaco di Roma Capitale. Ventisei dei 48 consiglieri comunali (ne bastavano 25) hanno depositato le proprie dimissioni dall’Assemblea capitolina decretando di fatto la decadenza di Giunta e Consiglio. Ben 19 di questi 25 arrivano direttamente dal partito di provenienza di Ignazio Marino (il PD). A questi si sono aggiunti 7 consiglieri, di cui due della maggioranza (Centro democratico e Lista civica Marino) e cinque dell’opposizione (tra questi anche due della Lista Marchini, Alfio Marchini e Alessandro Onorato), due della lista di Fitto Conservatori riformisti, e Roberto Cantiani ex NCD. M5S e Sel, invece, non hanno firmato le dimissioni.
Matteo Renzi dall’estero ha dichiarato che su Marino non c’è stata una congiura di Palazzo, ma si è semplicemente rotto il legame con la città. Di contro l’ex sindaco Marino durante la conferenza stampa di addio ha sottolineato come sia stato accoltellato da 26 consiglieri di cui si conoscono nomi e cognomi così come c’è un unico mandante.
Nelle dichiarazioni di Marino anche un cameo a carattere sportivo: tra le cose fatte l’ex sindaco ha ricordato il progetto del futuro stadio della AS Roma, un investimento da 1,3 miliardi di euro e 5 mila posti di lavoro creati già durante la fase di costruzione dell’opera, così come la firma per la candidatura olimpica per Roma2024.
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