Marketing – Miracolo Ghana: l’esplosione di un nuovo fenomeno calcistico
Da Abedi Pelè a Muntari fino a Asamoah e il futuro Osei. Insomma una miniera d’oro per i club. Però, perché i nigeriani, ad esempio, non hanno una media così elevata e sono di gran lunga inferiori ai loro fratelli africani? Idem vale per i camerunensi, ovviamente, tanto per fare due esempi. (fonte: Udineseblog.it– a firma Monica Valendino). La risposta calcistica è che, il Ghana è in via di sviluppo e, quindi, anche le attrezzature sono migliori per creare calciatori: per questo gli osservatori si catapultano la. Nessuna obiezione, ovviamente.
Perché il Ghana è ritenuto migliore di altri paesi africani che naufragano nella povertà e nelle guerre?
Il Sole 24 ore spiega meglio la situazione: “Mills, 66 anni, è docente di legge e conosce bene il diritto tributario anglosassone. L’idea di sfruttare la stabilità del paese e le sue prospettive di crescita per ospitare capitali di stranieri riottosi alla tassazione è nata, del resto, prima della sua vittoria elettorale. È dal 2007 che la Barclays lavorava per la creazione di una serie di facility offshore. E oggi, secondo il commentatore finanziario Rudolf Elmer (ex a.d. di Julius Baer, ha rilasciato una lunga intervista sul web lo scorso agosto), 13 miliardi dollari sarebbero già ad ALa tassazione, del resto, è generosa con gli stranieri: chi investe in non meglio specificati «servizi tecnici» (previo accordo con tra governi) è esentasse. Così come nelle free zone le società che operano non pagano imposte per dieci anni, poi comunque la tassazione è ridotta all’8 per cento. Pochi mesi fa è stata creata l’agenzia delle entrate locale (la Ghana Revenue Authority) e riordinato il sistema del prelievo. Ma in generale il fisco non è pesante: l’aliquota massima in assoluto dell’imposta sui redditi è il 25 per cento.Come stupirsi se Barack Obama, nella sua visita lampo in Africa del 2009, si è fermato solo ad Accra? Evidentemente non si è trattato solo di commemorare gli schiavi che partivano dalle coste ghaniane”.
Ora a noi sorge anche un dubbio: guardando un interessante documentario su Current (la Tv di Al Gore), non sfugge una inquadratura con la scritta che capeggia sotto il cartello “Welcome in Ghana”, dove qualche ironico cittadino ha aggiunto “The Barclay’s Republic”.
Insomma il potere finanziario della potente banca d’affari britannica è enorme e i vantaggi per i clienti che investono nel Paese africano altrettanto vantaggiosi.
Ecco dunque alcuni dubbi: i mediatori, che nel calcio esistono, promuovono il calcio ghanese piuttosto che quello di altri paesei, proprio per queste agevolazioni che sicuramente allettano?
Nulla di illegale, sia ben chiaro, ma sicuramente uno specchio di un sistema dove non tutto è limpido. Ci si chiede, ovviamente, come mai il Fondo Monetario Internazionale – che ha favorito il Ghana – non si preoccupi alla stessa maniera di Gabon, Nigeria, Kenya, etc. Lo sviluppo in Ghana, grazie a molte Coop agricole è evidente, e questo, forse, dipende anche dagli ‘spiccioli’ che arrivano dai grossi affari che vengono compiuti nel Paese. Ma perché non favorire tutti? L’Africa è allo stesso tempo un patrimonio e una minaccia: l’emigrazione non è cosa da sottovalutare. Offrire agli stati la possibilità di crescere da soli è meglio che fare assistenzialismo. Poi come vengano aiutati è un altro discorso, ma il mondo è complesso, e il calcio è solo uno dei suoi ingranaggi, molto redditizio, ma solo un ingranaggio.
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