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Media – Cover del magazine di Sponsornet ad Andrea Cardinaletti (ICS)

La Legge Finanziaria del 2004 ha previsto un vero e radicale cambiamento nell’assetto statutario dell’Istituto che, pur mantenendo inalterato il suo impegno in favore dello sport, ha disciplinato l’ampliamento della sua sfera di competenza ai beni ed alle attività culturali. 
La banca per gli investimenti in sport e cultura
“In Italia i nuovi stadi vanno realizzati a prescindere dagli Europei di calcio. La predisposizione di una legge adeguata e l’individuazione di nuovi meccanismi non devono subire il condizionamento degli eventi sportivi”.
“Siamo la banca al servizio dello sport dal 1957, l’unica banca pubblica in Italia che concede finanziamenti al settore dello sport e della cultura. Il 75% degli impianti sportivi nel nostro Paese sono stati realizzati grazie al Credito. Negli ultimi anni ha subito profonde evoluzioni ma la nostra priorità resta quella di avere un ruolo sociale, di sostegno alla costruzione degli impianti”.
Chiamato a presiedere l’Istituto del Credito Sportivo nel 2007 per imprimere un nuova impostazione  “più da banca”, Andrea Cardinaletti, che incontriamo nella sede romana di via Gian Battista Vico, si mostra convinto di essere sulla buona strada per completare la sua missione.
Redazione: Da quando il Credito Sportivo non rappresenta più solo un fondo dedicato ai Comuni che volessero costruire impianti sportivi?
Andrea Cardinaletti: Nel 2005 la Banca d’Italia diede all’Istituto la facoltà di trasformarsi in banca a tutti gli effetti. Nel 2007 sono state poste le basi per una ristrutturazione aziendale del Credito Sportivo e tra le varie novità ci fu l’individuazione di un management adatto all’evoluzione e di un presidente con competenza di tipo tecnica bancaria e valenza sportiva. In passato aveva una struttura ministeriale. Oggi invece è come una banca, competitiva a tutti gli effetti , a medio termine, senza sportelli. 

Redazione: Quali soggetti possono rivolgersi a voi?
Andrea Cardinaletti: Dal 2007 in poi abbiamo apportato una serie di modifiche. Tra queste quella che chiunque può rivolgere una richiesta di finanziamento al Credito Sportivo, pubblico o privato. In questo secondo ambito dalle società di capitali a quelle di persone, ma anche soggetti privi di personalità giuridica come molte associazioni sportive, anche piccole. Abbiamo quindi cominciato a puntare sulla logica di mettere al centro il cliente e i partner che accompagnano i clienti, quali il Coni, le federazioni sportive, gli enti di promozione sportiva. Con le federazioni portiamo avanti lo stesso obiettivo cioè quello di far crescere il movimento.
Redazione: Con la riforma del 2004 le opportunità di finanziamento sono state estese anche a progetti culturali. In che senso?
Andrea Cardinaletti: Quando nel 2005 la modifica dello statuto ha dato facoltà all’Istituto di diventare banca a 360° nell’oggetto sociale è stata aggiunta la possibilità di essere la banca dello sport e della cultura. Ad esempio abbiamo finanziato un museo a Bologna, un teatro a Roma. 
Redazione: E per quanto riguarda le garanzie richieste?
Andrea Cardinaletti:  Non chiediamo più come in passato la fideiussione bancaria obbligatoria. Ma è evidente che questa banca riesce a maturare una convinzione sulla capacità restitutiva di un’operazione nel mondo dello sport maggiore rispetto ad un’altra perché abbiamo un’esperienza tale da saper oramai “leggere certi numeri”. Adesso siamo concentratissimi nel valutare il progetto e ci vogliamo convincere che sia sostenibile. 
Redazione: Rientrano nella categoria anche attività non legate ad immobili come ad esempio un festival?
Andrea Cardinaletti: Potenzialmente sì. Infatti abbiamo finanziato il progetto dei Mondiali di Nuoto (per l’apporto della regione Lazio) e dei Giochi del Mediterraneo. In questi casi abbiamo finanziato la parte “immateriale” dell’evento. 
Redazione: Come è possibile lavorare con voi, disponete anche di agenti dislocati sul territorio?
Andrea Cardinaletti: In questo percorso di riadattamento abbiamo pensato di avvicinarci al territorio, creando in ogni regione un nostro referente che si occupasse dello sviluppo del mercato di quella regione, appoggiandoci alle sedi del Coni. Così la nostra “rete di vendita” territoriale diventa riferimento per i Comuni e i privati. Sono nostri dipendenti, non agenzie.  
Redazione: Per quanto riguarda il progetto dello stadio della Juventus, attualmente l’unico sotto i riflettori, potremmo considerarlo come il modello che anticiperà la legge Lolli-Butti. In questo caso il Credito Sportivo  ha vincolato la concessione del mutuo alla risoluzione dei problemi amministrativi?
Andrea Cardinaletti: In realtà si presuppone che non si faccia richiesta al Credito Sportivo se non prima di aver risolto aspetti amministrativi, burocratici, accordi col comune, l’individuazione del terreno, l’agibilità e quindi la concessione edilizia idonea, etc.  
Redazione: Il caso Juve forse può definirsi particolare nel suo genere perché oltre alla possibilità di ristrutturare il Delle Alpi, il club degli Agnelli è riusciuto a coprire una buona parte dell’investimento con la cessione dei diritti di naming  a SportFive per 12 anni. Non tutti i club avrebbero la forza per replicare una situazione del genere.
Andrea Cardinaletti: Credo ce ne potrebbero essere tanti: la Juventus si sa che da questo contratto ricava 75 milioni, ma se ad esempio il Lecce dovesse ristrutturare lo stadio magari avrà bisogno di molto meno e non necessariamente lo otterrà tramite agenzia di comunicazione internazionale, ma potrebbe invece ricavarlo dal territorio. Oppure il Palermo dalla regione Sicilia. La formula “nuovo stadio Juventus” è interessante perché dimostra che occorre partire dal potenziale specifico del club/territorio, dai potenziali di ricavi che una volta venduti permetterà di sostenere i costi. 

Andrea Cardinaletti. Del’57, originario di Jesi in provincia di Ancona, dopo aver praricato calcio a livello agonistico (fino alla stagione 77-78 con la primavera del Milan, ha intrapeso un percorso professionale strettamente tecnico-bancario, maturando un’esperienza a vari livelli nella Banca Popolare di Ancona. Dal 2007 è Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo con sede a Roma. Molto impegnato nel sociale avendo seguito la Fondazione Giovanni Paolo II, Fondazine Giulio Onesti, la Onlus Città della Scienza, l’Istituto Oncologico Marchigiano e, con la presidenza, la Fondazione specificamente dedidcata all’etica dello sport, intitolata al fratello scomparso Gabriele. 
L’Istituto per il Credito Sportivo è stato istituito con la legge n° 1295 del 24 dicembre 1957. Nel panorama delle banche italiane rappresenta un istituto di credito specializzato nel concedere finanziamenti connessi al settore dello sport e della cultura. Nell’attività dell’Istituto rientravano il credito per la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di impianti sportivi o strumentali all’attività sportiva compresa l’acquisizione delle aree e degli immobili da destinare a tali attività.  La Legge Finanziaria del 2004 ha previsto un vero e radicale cambiamento nell’assetto statutario dell’Istituto che, pur mantenendo inalterato il suo impegno in favore dello sport, ha disciplinato l’ampliamento della sua sfera di competenza ai beni ed alle attività culturali.
Redazione: In Italia, riguardo l’evoluzione dell’impiantistica, occorrerà puntare sul “modello italiano”, cioè non sempre sarà possibile importare i modelli europei. 
Andrea Cardinaletti: E’ vero che l’operazione Juventus aprirà la pista alle altre, ma non lo abbiamo fatto pensando ad un prototipo esportabile ovunque. Non avremmo in questo Paese dieci operazioni gemelle né un modello di riferimento né lo importeremo: abbiamo un’unica chance di realizzare un’impiantistica sportiva di livello e di qualità cioè realizzando tanti pezzi unici che siano strettamente collegati al nostro territorio. Lo stadio della Juventus è corporate perché si sviluppa in quel tessuto economico. È uno stadio semi-periferico. Ne avremo altri più centrali, altri che faranno riferimento al turismo, al commercio, etc. modelli che si diversificheranno molto. 

Redazione: Di fatto il Credito Sportivo potrebbe anche essere coinvolto nella fase di progettazione?
Andrea Cardinaletti: Sì, ci stiamo proponendo di essere presenti al fianco delle società sportive anche nella fase “pre” di un’operazione. E questo è stato proprio il caso Juventus. Infatti siamo stati coinvolti anche nella fase contrattuale che stavano sviluppando, in modo che tutti gli atti antecedenti fossero idonei all’operazione. 
Redazione: State pensando di promuovere “pacchetti” che possano essere rivolti a piazze differenti, a livelli di impegno diversi?
Andrea Cardinaletti: Non per gli stadi, i grandi impianti, perché in quei casi vogliamo tassativamente adottare, seguire e portare avanti tutti progetti unici. Per gli altri casi sì, perché attraverso le federazioni vogliamo predisporre prodotti specifici attraverso gli enti locali, le regioni e le province, con le quali già stiamo facendo convenzioni specifiche territoriali. 
Redazione: Siete in concorrenza con quegli istituti bancari che stanno cercando di sostenere l’impiantistica sportiva?
Andrea Cardinaletti: Certamente, ammesso che ce ne siano. Ma per ora non mi sembra ci siano già istituti che vogliano fare grandi azioni specifiche per il sostegno all’impiantistica sportiva. Comunque sia con la nuova legge prevederà un passaggio preferenziale per il Credito Sportivo in virtù del fatto che è una banca pubblica. Le altre banche potrebbero realizzare cofinanziamenti. Normalmente abbiamo un limite di copertura che si aggira attorno al 75%, per ragioni di sostenibilità finanziaria dell’investimento. Non può funzionare il progetto di uno stadio che ricorra al 100% al debito. Almeno un terzo di risorse “proprie” devono esserci. 

Redazione: Un ultimo aspetto, per noi di SponsorNet non secondario, è legato alla vostra presenza agli eventi sportivi in Italia, come parte delle vostre attività di comunicazione: per il Credito Sportivo  ormai rappresentano una leva strategica? come le pianificate?
Andrea Cardinaletti: Non lo erano, ma adesso lo stanno diventando. Abbiamo una linea di sostegno ad iniziative sociali che si sviluppano su tutto il territorio nazionale. Siamo presenti sempre come partner istituzionali, mai da sponsor. Allo stesso tempo portiamo avanti una campagna di comunicazione per diffondere i nostri valori. Quella del 2010, che è stata presentata a metà dicembre al Teatro Parioli con Maurizio Costanzo, vede per la prima volta l’ingresso di 5 testimonial, 5 grandi atleti olimpici e paralimpici del nostro Paese. 
fonte: Sponsornet 

L’Istituto per il Credito Sportivo è stato istituito con la legge n° 1295 del 24 dicembre 1957. Nel panorama delle banche italiane rappresenta un istituto di credito specializzato nel concedere finanziamenti connessi al settore dello sport e della cultura. Nell’attività dell’Istituto rientravano il credito per la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di impianti sportivi o strumentali all’attività sportiva compresa l’acquisizione delle aree e degli immobili da destinare a tali attività.  

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