Media – Il futuro delle sponsorship di maglia nel primo numero di “Futbol”
Titolo – “Sponsor di maglia, format commerciale anti-crisi”
La situazione dei club più ricchi sul terreno delle jersey-sponsorship. In Europa questa tipologia di pubblicità sviluppa affari per 393 milioni di euro.
La Juventus al primo posto in ambito domestico con gli 11 mln di euro di New Holland.
di Marcel Vulpis
Pur in tempi di crisi il calcio e il suo format commerciale principale (ovvero la maglia da gara) sono la piattaforma di comunicazione ideale per le aziende di largo consumo. Secondo una recente indagine dell’agenzia tedesca Sport+Markt AG il valore delle sponsorship di maglia (tecnicamente definite “jersey-sponsorship”) in Europa ha raggiunto, quest’anno, i 393 milioni di euro. In sintesi un format anti-crisi. Appena una stagione fa questo valore era in area 395 mln. Praticamente la crisi non ha toccato il mondo del pallone, almeno nelle posizioni più appetibili per i potenziali investitori. Differente, invece, è la situazione di ciò che avviene nei format o nei pacchetti intermedi, quelli, per intenderci, con una minore visibilità televisiva.
E’ lo Schalke04 il club europeo che può contare sul migliore contratto di sponsorship di maglia se analizziamo il football del Vecchio continente. Ben 24 milioni di euro legati al contratto faraonico con Gazprom, colosso petrolifero russo, che ha importanti interessi nel bacino della Ruhr (fonte Istituto Sporteconomy). E’ il club tedesco della Bundesliga a guidare la top ten delle divise più ricche del continente. Seguito dai “cugini” del Bayern Monaco (T-Home/20 mln di euro) e dal Real Madrid (Bwin/19 mln). Questo è il podio ideale in Europa, anche se di queste tre società solo il Bayern se la può ancora giocare per la vittoria finale in Champions league (al Santiago Bernabeu di Madrid nel prossimo mese di maggio). In Europa poi solo Juventus e Milan sono tra le prime dieci a conferma di un declino anche a carattere economico del nostro sistema.
Analizzando una classifica stilata dall’Istituto di ricerca Sporteconomy emerge, tra l’altro, il predominio delle squadre inglesi: cinque su dieci (Manchester United, Liverpool, Chelsea, Manchester City e Arsenal).
In ambito domestico, invece, la top ten delle maglie più ricche è guidata da Juventus (New Holland/11 mln), Milan (Bwin/10 mln) e Inter (Pirelli/9 mln). Ancora più dietro c’è l’A.s. Roma con circa 7 milioni di euro annui garantiti da Wind (colosso egiziano della telefonia mobile). In questa classifica la squadra capitolina è superata, persino, dall’A.c. Siena, attualmente in lotta per restate in serie A. Il club toscano, infatti, tre anni fa ha siglato un contratto di sponsorship molto articolato del valore di 13 mln di euro, che prevede anche la titolazione dell’Artemio Franchi, da due stagioni ridenominato “MPS Arena”. Un’operazione che la banca senese ha voluto realizzare per confermare il proprio posizionamento sul territorio di riferimento. L’istituto di credito è da sempre controllato dal Comune di Siena, a conferma di quante opportunità potrebbero essere sviluppate se, per esempio, il comune di Roma intuisse le potenzialità, in termini di immagine, che possono essere sviluppate attraverso il brand del club di Trigoria.
Sui giornali economici di recente è apparsa una notizia sottovalutata da molti. I vertici di MPS, attraverso il vice-presidente dell’istituto (l’imprenditore romano Francesco Caltagirone), hanno dichiarato di voler diventare la banca della Capitale (ai danni per esempio di Unicredit, Bnl-Bnp Paribas o del colosso Banca Intesa).
Un marchio come MPS sarebbe perfetto per la maglia della Roma e con un investimento in area 10 milioni di euro (per i primi tre anni), inizierebbe a dare un po’ di ossigeno alle casse della società giallorossa. Nel 2010/2011 ben quattro delle prime dieci società europee aumenteranno il valore della sponsorship di maglia (da sempre il più importante contratto commerciale in ambito marketing). La Roma in questo settore, come in altri, non può perdere più tempo, perché la sponsorship di maglia sta diventando un “cachet” liquido, in molti casi, per fare acquisti durante le finestre di calciomercato. Non capirlo vuol dire perdere delle occasioni irripetibili difficilmente recuperabili nel tempo (e non solo a livello nazionale).
Fa riflettere infine la situazione della S.s. Lazio, un club storico, che ancora non riesce a trovare una sua dimensione “sponsorizzativa” sul fronte maglia, dopo due anni di assenza del marchio principale (l’ultimo contratto è stato quello con Ina-Assitalia). Ultimamente, così come era avvenuto nell’ultima stagione, è apparso il marchio Edileuropa, ma è chiaro che serve un sodalizio commerciale di maggiore respiro e di più lunga durata. Interessante è stata l’operazione one-shot ideata per la finale di SuperCoppa di Lega (vinta sull’Inter nel mese di agosto al Bird’s Nest di Pechino), dove il club capitolino ha promosso l’immagine di Roma e della regione Lazio. Ma è chiaro che serve uno sponsor del valore di 3 mln di euro a stagione. E’ importante però, da parte della dirigenza, non esagerare nelle richieste. Anche perché la crisi c’è, si sente e non è finita assolutamente. Un dato che tutti i club di calcio dovranno per forza considerare nelle prossime trattative commerciali di rinnovo.
fonte: Futbol magazine
Proponiamo in anteprima il contenuto del servizio di Sporteconomy che verrà pubblicato in aprile sul nuovo magazine dedicato all’universo del calcio: "Futbol magazine".
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