Media – L’editoriale di Ruggiero Palombo (GazSport) sulla trattativa A.s. Roma-Fioranelli
di Ruggiero Palombo – vicedirettore Gazzetta dello Sport
Prima vennero i russi della Nafta Moskva, poi Soros, infine Fioranelli. E’ lungo cinque anni, dal 2004 ad oggi, il romanzo della cessione della Roma. Quanto alla parola «fine», chissà quando, come e da chi verrà scritta. Una collezione interminabile di indiscrezioni e comunicati ufficiali, conferme e smentite, passi avanti e retromarce, bocconi prelibati e polpette avvelenate, tutto intorno a un club di calcio che per inciso è anche quotato in Borsa, con tutto quel che ne è conseguito finora, sotto gli occhi della Consob: questa è la Roma. Sedici anni in mano a una famiglia appassionata: papà Franco Sensi ha sacrificato alla Roma e a uno scudetto buona parte del proprio patrimonio, la figlia Rosella ne ha raccolto l’eredità destreggiandosi tra mille insidie, riuscendo a lungo a coniugare bilanci virtuosi con standard sportivi d’alto livello: prima dell’ultima stagione, negativa in senso assoluto, la Roma è stata per tre anni l’unica degna avversaria dell’Inter, e meglio dell’Inter ha fatto in Champions. Ma i debiti corrono. E con essi gli interessi passivi. Non quelli della Roma ma della Italpetroli, che della Roma è la controllante, per il 51% in mano ai Sensi. E quei debiti, ormai quasi fuori controllo (ci si avvicina ai 400 milioni di euro), li costringeranno prima o poi a passare la mano. Lo hanno deciso le banche, che in questa complessa vicenda rivestono un ruolo primario. Delicato e di grande responsabilità, visto tutto quello che rappresenta la Roma. Una città, un marchio calcistico forte, milioni di tifosi, un sentimento. L’istituto di credito più coinvolto, non fosse altro in quanto detentore del restante 49% di Italpetroli, è Unicredit. Che tutti i giorni, da oltre due mesi, è di nuovo chiamato a dare conto ai media, quantomeno in via informale, dell’evolversi della situazione. Lo fa con puntualità e con professionalità, anche se qualche volta, constatando che quel viene descritto come bianco la sera diventa nero il mattino successivo (o viceversa), c’è un po’ da perderci la testa. «Non sono minimamente coinvolto, non seguo la vicenda Roma» ha affermato con distacco l’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo giovedì mattina. Comprendiamo perfettamente, visto il quadro mondiale dell’economia, che il numero uno di Unicredit possa avere altro a cui pensare. Ma è troppo chiedere al suo istituto un piccolo sforzo mirato? Un’eccezione: capirà, c’è luglio, il calciomercato e, piaccia o non piaccia, una nuova stagione da affrontare. Chiarezza, trasparenza, magari una parola definitiva. Roma e la Roma gliene sarebbero infinitamente grati.
fonte: La Gazzetta dello Sport
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