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Media – Scontro Ita-Uk sulle web-tv del calcio

Web-tv, la Premier straccia la "A"

MARKETING SPORT
a cura di Marcel Vulpis

Le televisioni sul sito internet aiutano a coinvolgere i tifosi e a far crescere il valore per gli sponsor

In Uk tutte le squadre hanno il proprio canale, in Italia solo 8

In ritardo nello sviluppo degli stadi e, più in generale, nel settore del marketing, il calcio italiano si sta avvicinando timidamente all’universo dei new e multimedia. La web-tv, insieme allo sfruttamento dei social network, è la nuova frontiera per la comunicazione dei club, soprattutto nel rapporto con le tifoserie, attente alle novità tecnologiche e alle applicazioni dell’abbinamento sport & entertainment. ItaliaOggi ha messo a confronto i due campionati di calcio più importanti in Europa: la serie A tricolore e la Premier league inglese. Analizzando, su entrambi i fronti, l’utilizzo delle web-tv da parte delle strutture di prima divisione. Il verdetto è chiaro: gli inglesi battono gli italiani 2 a 0.

Il fenomeno in esame è esploso in Italia nelle ultime due stagioni. Attualmente sono otto (contro le 20 del mercato inglese) le squadre che possono vantare la presenza di una web-tv. Altre sei società tricolore hanno studiato forme ibride per mostrare alla propria tifoseria immagini di repertorio, attualità o interviste in esclusiva. L’Inter, campione d’Italia, ha aperto una pagina nerazzurra su YouTube, il Siena in modo più spartano ha caricato, sempre su YouTube, una serie di file senza, però, una strategia precisa. La Lazio ha iniziato a esplorare questa opportunità, ma il numero di contributi video è ancora limitato. Il Palermo calcio ha creato, invece, un video archivio, così come il Catania. La Juventus, infine, ha una finestra di video highlights, continuando a dare più visibilità al progetto televisivo di Juventus channel (politica seguita anche dall’Inter).

Il Milan sta sfruttando al meglio, invece, le opportunità di comunicazione offerte dalla web-tv. All’interno del sito Acmilan.com, infatti, è presente una finestra che porta direttamente su Milantime, il progetto rossonero dedicato alla televisione su Internet. È il più completo del calcio tricolore. Prevede ben 11 canali (mediamente quelli inglesi hanno tra 10 e 15 canali), oltre a una pagina specifica su Facebook. Tra i canali più seguiti vi sono milantgweb, gli highlights, Milanello, interviste, netmilan, live audio ed extra-ordinary milan.

Dietro il Milan crescono i progetti di Livorno channel e Samptv, che stanno investendo, già da tempo, su questa nuova forma di comunicazione.

«Livorno channel è nato nell’estate 2008, prima web-tv a livello assoluto sul mercato domestico», spiega a ItaliaOggi, Alessandro Giacomini, titolare di Gsport (agenzia nazionale di sports-marketing). «Dalla promozione in A a oggi abbiamo raggiunto più di 210 mila visite totali, con una media mensile vicina a 18 mila accessi. La programmazione è costituita da interviste ai giocatori riguardanti la partita della domenica successiva, interviste del post gara, conferenze stampa, speciali_ L’obiettivo primario è creare una supporter-community anche se è un processo lento e graduale. Nei prossimi mesi lavoreremo per ampliare l’offerta di contenuti, sempre più interattivi».

La Sampdoria che, fino a un anno fa, si affidava alla condivisione di video su YouTube, presenta, ormai, un vero e proprio palinsesto diviso in 12 fasce. All’interno di SampTv ci sono poi le news-tv e studiolive, trasmissione a caldo con ospiti in diretta nel post-partita dallo stadio Luigi Ferraris. Le news di aggiornamento della tv del club ligure possono essere seguite sulla pagina dedicata di Facebook e dal 29 dicembre scorso anche su Twitter (portale di micro-blogging).

Livorno calcio, Udinese e Parma si sono affidati per la realizzazione delle rispettive web-tv a Wi-media & sport, che ha posto l’attenzione soprattutto sulle conferenze, sugli extra, sugli highlights e sui video più interessanti della stagione in corso. Il portale Udinesechannel.com presenta anche «speciale ritiro» e l’area «a tu per tu».

Più integrati, invece, i progetti SiamoBologna.tv, web 2.0 video streaming del Bologna, o Genoalive.it. In entrambi i casi si accede direttamente dal portale societario.

La Fiorentina ha modificato, persino, il nome del sito, che non si chiama più Acffiorentina.it, ma It.Violachannel.tv. Il media ufficiale del club toscano è, ormai, strutturato graficamente e tecnologicamente come una televisione sul web e questo sarà anche il suo sviluppo futuro. La sezione più interattiva è «Adrenalina viola», dove i tifosi possono inserire commenti in diretta.

Restano al palo, per il momento, club prestigiosi come l’A.s. Roma (il sito ha ancora una configurazione e una grafica anni ’90), l’Ssc Napoli (il cui portale, però, è tra i più evoluti della serie A), il Bari, l’Atalanta, il Chievo Verona e il Cagliari.

Il mercato italiano mostra i suoi limiti strutturali non appena viene messo a confronto con la Premiership, la prima divisione del calcio britannico.

Squadre top del calibro di Manchester United, Arsenal, Chelsea e Tottenham, gestiscono web-tv innovative sotto il profilo grafico/video, contribuendo anche alla crescita dei ricavi da merchandising. Anche il resto del plotone britannico ha finestre tv che spingono, con servizi a pagamento, il business delle rispettive società. I club della Premiership ormai si muovono su due livelli: la prima («libera») per catturare i tifosi, la seconda («premium») per chi intende vivere in modo più intenso il rapporto con il club. Difficile capire quando le società italiane, che in molti casi, non conoscono neppure gli stili di vita e di acquisto della propria tifoseria, potranno passare alla fase a pagamento delle web-tv. Un ulteriore limite allo sviluppo del mercato italiano è la presenza di pochissimi siti multilingue, un ulteriore leva per la diffusione della fan base e, quindi, per la conoscenza dei siti nei mercati emergenti (Medio oriente e Asia).

fonte: ItaliaOggi/MarketingSport

Qual è la situazione delle web-tv del calcio inglese e italiano? A questo quesito ha risposto un’analisi del quotidiano ItaliaOggi.

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