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Menga (Mediaset): Ormai lo stato del Calciomercato è ipertrofico

L’IPERTROFIA DEL MERCATO TRA CARTELLINI, VALORIZZAZIONI E MEDIATORI: IL BILANCIO DEL GIORNALISTA MEDIASET GIAMMARCO MENGA – INTERVISTA SPORTECONOMY

(di Daniele Bartocci) – “Il mercato del calcio è diventato pazzo, affetto da ipertrofia”. Parola di Giammarco Menga, noto giornalista e volto tv di Mediaset, in esclusiva per SportEconomy. L’esperto abruzzese ha voluto dire la sua riguardo ad alcuni interessanti aspetti legati al mondo del calcio: dai procuratori ai cartellini dei giocatori, passando per la valorizzazione dei giovani fino ad arrivare alla crisi dell’editoria e al futuro della comunicazione. Un incontro davvero molto ricco di spunti di riflessione.

“I 562 milioni di investimento spesi per il passaggio di Neymar dal Barcellona al Paris Saint-Germain rappresentano un vero e proprio azzardo da nababbo – afferma Menga – Una sorta di tifone per il mondo del calcio. In tal modo sono stati stravolti, in maniera più drastica che mai, gli equilibri del pianeta calcistico internazionale.  Si pensi anche al trasferimento di Van Dijk dal Southampton al Liverpool per 85 milioni di euro. Incredibile ma vero”.

Secondo il parere di Giammarco Menga (nella foto in primo piano), le cifre che continuano a circolare non sono correlate a valori reali: “Lo scostamento tra valore reale e quello effettivo è evidente. Si è venuto a creare un “effetto domino”, che si è ripercosso sulle successive sessioni di calciomercato. A questo punto è lecito chiedersi quanto potrà durare questo ingigantimento del valore dei cartellini. Credo che prima o poi i rubinetti si chiuderanno, anche perché questo tipo di situazione andrà a sbattere contro concetti tanto cari alla Uefa quali il Fair Play Finanziario”.

Sul cartellino di numerosi giovani si è espresso così: “Sussiste una valorizzazione a tavolino dei giovani per far quadrare i conti entro il 30 giugno. Sostanzialmente è come se si lavorasse in modo aritmetico ed automatico anziché puntare sul valore reale del cartellino”. Da non sottovalutare il delicato capitolo procuratori: “A mio modo di vedere non si verrà mai a sapere le percentuali date ad alcuni procuratori – spiega Giammarco Menga – Ci sono inoltre delle cifre che non vanno solamente a loro, bensì a mediatori non sempre ben identificati. Ecco perché occorrerebbe comprendere bene chi sono i veri attori protagonisti, oltre a quelli che alla fine ci mettono sempre la faccia”.

Per concludere un giudizio sul panorama dell’editoria e della comunicazione a tutto tondo: “C’è crisi, su questo non ci piove. La comunicazione e il giornalismo sono diventati più facili e nel contempo più difficili. La semplicissima reperibilità della notizia ha fatto quasi perdere il gusto di cercarla. I social hanno creato una sorta di circuito micro-mediatico. Ognuno può trasformarsi in reporter e giornalista quando vuole. Gli stessi giocatori e personaggi famosi preferiscono parlare in autonomia attraverso i propri canali social”. E allora quale deve essere il ruolo fondamentale del giornalista? “Per mantenere la figura del mediatore bisogna certamente puntare sul concetto di originalità della notizia, in quanto la news in sé ormai è conosciuta da tutti”

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