Mondiali di calcio a Sky e linciaggio mediatico su Rai
L’operazione di Sky, che ha acquistato il pacchetto delle partite dei prossimi Mondiali di calcio di Germania 2006, con la Rai in “ritirata” strategica sulle partite che contano (i match degli azzurri, la partita inaugurale, le semifinali e le finali), ha scatenato i media (sportivi e non) del nostro Paese.
L’obiettivo, questa volta, è linciare la Rai, rea di aver abbandonato a se stesso il teleutente italiano appassionato di calcio. Per la stragrande maggioranza delle testate tricolori Sky è l’unico soggetto vincente, mentre la Rai si sarebbe fatta scippare il Mondiale di Germania 2006, senza opporre resistenza, dalla rete del magnate australiano Murdoch.
Noi, come sempre, abbiamo una visione dei fatti un po’ distante dalla tesi dei “molti”. Sky, dopo l’ingresso di Mediaset e La7 sul Dtt, non aveva ancora scoperto le sue carte. Ieri lo ha fatto, facendo capire chiaramente che vuole investire sul calcio italiano, ma anche sui grandi eventi worldwide. Chi si aspettava una contromossa della pay-tv si può ritenere soddisfatto. Ma anche la Rai ha mostrato chiaramente il suo posizionamento futuro. Basta con il tutto a tutti, piuttosto poco, ma di qualità.
Anzi, ci permettiamo di dire, che la tv pubblica ha scelto con matematica certezza le migliori partite, le gare che contano veramente. I match che tutti vogliono vedere al di là che giochi l’Italia o meno. Ecuador-Croazia o Arabia Saudita-Scozia possono essere trasmesse anche da un competitor, se ha voglia di pagarle “salate”. Aldo Grasso, una delle migliori firme del giornalismo italiano, ha tuonato dalle colonne de La Gazzetta che in questo modo la Rai guarda troppo al bilancio e non fa “servizio pubblico”. Di fatto ha dato ragione a chi vuole vedere finalmente la tv di Stato selezionare e pagare il meglio che c’è (a partire dal carrozzone dello sport).
E’ arrivato, pertanto, il momento di fare delle scelte che, come spesso avviene, possono risultare anche dolorose. Ci sembra, comunque, che questo linciaggio mediatico nei confronti della Rai sia stato di dubbio gusto. Un autogol dei principali mezzi di informazione del nostro Paese, alla ricerca del colpevole da crocifiggere, senza capire che il sistema economico dell’ultimo quadriennio non è lo stesso dei Mondiali di Corea-Giappone del 2002 (a torto o a ragione).*Direttore dell’Agenzia di Stampa telematica Sporteconomy.it
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