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Monta in Italia la polemica per la “singolare” Cerimonia di apertura di Parigi 2024

Sono ormai tanti gli intellettuali (anche molti di profonda fede cristiana), giornalisti, influencer e opionion leader, che, a vario titolo, hanno criticato fortemente (sui media, na soprattutto sui social) lo stile e la “sceneggiatura” adottata dal LOC transalpino in occasione della Cerimonia di apertura della XXXIII edizione dei Giochi estivi di Parigi 2024. Dopo l’intervento dello scrittore siciliano Carmelo Pennisi, pubblichiamo un post di Oscar Di Montigny* (presente attualmente sul profilo Linkedin personale – nella foto sotto). Come nel caso di Pennisi, anche questo di Di Montigny credo che farà riflettere (molto) gli addetti ai lavori sul tema in esame. Una battaglia culturale, prima ancora che idelogica.

“Cerco sempre di rispettare tutto e tutti. Non sempre ci riesco. Sicuramente meno di quanto vorrei. Ma mi impegno ogni giorno per migliorarmi in questa attitudine ed approccio alla vita e a chiunque io incontri lungo la mia strada.

Mi lascio quindi coscientemente guidare dall’assoluto rispetto dei principi di diversità, uguaglianza, libertà ed inclusività, anche se a volte mi accorgo che non mi risultano naturali per mie erronee convinzioni o condizionamenti.

Ma non sono disposto a piegarmi ed accogliere qualsiasi suggestione mi venga proposta solo perché ‘diversa’ da me. Per questo, trovo che questa rappresentazione che si è voluto dare della nostra contemporaneità, in occasione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi 2024 di Parigi, sia del tutto illiberale, escludente, diseguale e conformista.

Una violenta ed invasiva espressione di spregiudicatezza intellettuale ed emotiva, simbolo di degrado e disorientamento culturale. Una comunicazione volgare e spregevole sia per forma che per contenuti espliciti ed impliciti.

Mi domando, dunque, se si tratti di un tentativo mal riuscito o se si sia raggiunto l’esatto proposito che ci si era prefissati. La mia risposta l’ho trovata nella presenza della bambina fra gli attori-protagonisti dell’immagine.

Difficilmente si è riusciti a sintetizzare così tanta pochezza e bassezza in un solo fotogramma che è simbolo di un’umanità del tutto irrisolta come ‘insieme’, e sempre più privata della possibilità di comprendere il proprio scopo e di darsi coerentemente un orientamento: una tragedia sociale, una tragedia culturale, una tragedia umanitaria (sempre meno sottile).” (fonte: profilo Linkedin Oscar Di Montigny)

* – esperto di Innovative Marketing, comunicazione relazionale e corporate education – Truth Seeker @I-Deagate and @Grateful Foundation – Chief Evangelist Officer @Hypercube – Angel Investor

 

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