Montezemolo olimpico, 25 anni dopo Italia 90
Il ciuffo non è più biondo come quando da viale dei Gladiatori si spostava all’Olimpico sul Vespino 50 e come capo della comunicazione di Italia ’90. All’epoca il suo settore si chiamava “rapporti con la stampa”. Ma di fatto “Luchino”, come lo chiamano solo i suoi veri amici, Lupo Rattazzi Agnelli e Giovanni Malagò, era il vero uomo-immagine del Mondiale di calcio di mano per un soffio al c.t.
Azeglio Vicini e soprattutto a Walter Zenga. “Lasciam perdere” come sfotte da snob Cristhian De Sica.
A scegliere di affidarsi a Montezemolo è stato “Giovannino”, inteso come Malagò I°, che, finalmente sta sparigliando le carte al CONI. Oggi “emme più emme”, Malagò e Montezemolo hanno incontrato a Losanna il gran capo del Cio, Thomas Bach e Christophe Dubi che esamina le candidature. Nel terzetto di giovanotti “made in Italy” c’è Luca Pancalli vicepresidente della candidatura di Roma 2024.
Rimbalza dalle sede internazionale a cinque cerchi che Bach, per intanto abbia gradito la composizione del trio Roma Olimpica. Non foss’altro per esperienza e charme international dei suoi
interlocutori. Con tanti saluti all’ex ministro Franco Frattini, persona a modo e navigato. Ma “Luchino e Luca” sono un’altra cosa.
Sulla scelta di Montezemolo, tra l’altro Malagò, aveva fornito un identikit piuttosto preciso, mesi fa a una domanda rispose sugli uomini di Roma 2024 “più mercato e meno Stato”. Chiaro, no?
Imprenditori di prestigio o dirigenti di sport, appunto l’ex presidente della Ferrari e il presidente del CONI dei diversamente abili: Luca più Luca. E si fa anche il nome di un ex manager del
Cavallino Rampante per il posto di direttore generale di Roma che si spera sia Olimpica. Così è, facciamone una ragione. Qualche altra sorpresina. Dirigenti donne, giornalisti? Chi ci sarà, saprà.
(Tempi supplementari di Gianni Bondini) Luca Cordero di Montezemolo torna a sfrecciare sui viali del Foro Italico. Lo fa da presidente del Comitato per la candidatura olimpica di Roma 2024.
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